Passare da una visione dell’intelligenza artificiale come semplice tecnologia a una considerazione più ampia come suo contenuto e valore strategico da condividere con il management e accompagnato da un adeguamento dell’intera organizzazione interna, all’insegna di soluzioni sostenibili frutto di un confronto con i provider tecnologici.
Sono queste le priorità strategiche nell’utilizzo consapevole dell’intelligenza artificiale individuate dai C-Level delle 150 principali imprese italiane della community della Fondazione per la sostenibilità digitale riuniti nell’ambito degli Stati generali della sostenibilità digitale. L’obiettivo della rilevazione è quello di individuare le condizioni per sviluppare un approccio condiviso all’adozione dell’AI, analizzando i suoi impatti sull’organizzazione aziendale, analizzando le priorità e i vincoli legati all’adozione.
Al primo posto tra le priorità, con un punteggio di 4,4 su 5, figura la necessità di favorire un approccio integrato e condiviso all’interno del management di prima fila delle aziende per poter perseguire una visione dell’AI come valore strategico per l’azienda, che vada oltre le semplici competenze tecniche grazie alla collaborazione tra le diverse funzioni aziendali. Questo implica che le aziende e i Cio adottino “un approccio all’AI come contenuto, non solo come tecnologia”.
Al terzo posto tra le priorità figura la condivisione organica con il resto dell’azienda, andando così a coordinare e trasformare l’organizzazione. È necessario infatti che il management sia in grado di diventare sempre più promotore di processi virtuosi, indicando gli elementi su cui è opportuno concentrarsi per sviluppare applicazioni, che “devono essere progettate considerando sia i contenuti tecnici sia le ricadute sociali, economiche e ambientali”.
Appaiato al terzo posto figura la policy aziendale: si tratta di identificare le aree in cui l’AI può essere applicata in conformità con le policy aziendali e con l’AI Act, per garantire un uso responsabile e allineato agli obiettivi di sostenibilità.
Fonte: Il Sole 24 Ore