Coty punta sullo skincare per conquistare la Cina

«Quello italiano è un mercato chiave per Coty, specialmente per il segmento prestige, uno dei pilastri della nostra strategia di sviluppo. Nelle fragranze siamo cresciuti del 27% soprattutto grazie a marchi come Gucci, Burberry e Chloé»: Shimei Fan, chief scientific officer di Coty, racconta come il gruppo americano di cosmetici si stia muovendo dopo la pandemia e le sue nuove strategie di sviluppo tra cui un focus sullo skincare. Coty ha chiuso l’anno fiscale 2021-22 con un fatturato di 5,3 miliardi di dollari, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente e con un utile netto di 55,5 milioni.

«Lo skincare è stato parte del Dna di Coty per oltre un secolo e rappresenta una grande opportunità di crescita – continua Shimei Fan -. Il mercato è destinato ad aumentare trainato dalla crescente domanda dei consumatori e ci aspettiamo che avrà un impatto importante sul business dell’azienda soprattutto in Cina e Stati Uniti».

Coty è entrata in questo segmento nel 1920, ma il legame con il comparto va cercato ben più lontano, nel 1800, quando i marchi di più lunga storia nel suo portafoglio, Rimmel e Bourjois, hanno iniziato a inserire nella loro offerta di profumi e cosmetici anche le creme per il viso. «Abbiamo marchi che coprono tutti i trend, fasce di prezzo e geografie, sia nelle divisioni prestige sia in quelle consumer. Lo sviluppo dell’asse skincare spingerà il nostro rafforzamento in Cina e, più in generale, in Asia, mercati dove i trattamenti viso e il travel retail hanno un ruolo fondamentale».

All’insegna della sostenibilità ambientale, principio che l’azienda sta portando avanti in tutti i comparti di attività, lo skincare partirà effettivamente l’anno prossimo, con il lancio globale di Orveda, marchio ultra-premium, vegano e genderless legato alle ricerche scientifiche sul microbioma. Sarà rilanciato anche Philosophy, con l’introduzione, entro il 2024, di linee rinnovate e riformulate per essere pulite, vegane e cruelty free.

Fonte: Il Sole 24 Ore