Kim Kardashian, multa Sec per 1,26 mln $: pubblicità illegale di criptovalute

Gli ultimi, concitati anni di web economy ci insegnano soprattutto due cose: impara presto a distinguere un endorsement gratuito da uno a pagamento e, se maneggi criptovalute, occhio al gioco delle tre carte. L’ultima avventura di Kim Kardashian – modella e influencer statuintense già protagonista con la sua famiglia del celebre reality Al passo con i Kardashian – conferma la regola: la signora paga 1,26 milioni di dollari alla Sec per aver promosso token senza denunciare di aver percepito 250mila dollari. I fatti risalgono al 2021, quando la Kardashian, star con un patrimonio personale da 1,4 miliardi di dollari, lanciò sul suo account Instagram Emax, criptovaluta offerta da EthereumMax.

I precedenti di Mayweather e Dj Khaled

La Kardashian non ha ammesso né negato le accuse dell’autorità di regolamentazione, accettando comunque di non pubblicizzare alcun asset digitale per i prossimi tre anni e di collaborare all’indagine in corso. La Sec ha più volte segnalato in questi anni che le celebrità che pubblicizzano criptovalute considerate titoli devono chiarire agli investitori se sono pagate per il loro sostegno. Nel 2018, l’autorità di regolamentazione aveva per esempio multato il pugile Floyd Mayweather e il produttore musicale DJ Khaled per non aver rivelato i pagamenti ricevuti per pubblicizzare alcuni lanci di token. «Questo caso ci ricorda che quando le celebrities o gli influencer sostengono opportunità di investimento, compresi i titoli di criptovalute, non significa che questi prodotti di investimento siano adatti a tutti gli investitori», ha dichiarato il presidente della Sec Gary Gensler in una nota. «Esortiamo perciò gli investitori a considerare i rischi e le opportunità potenziali di un investimento alla luce dei propri obiettivi finanziari».

L’accusa della Sec

Per quanto la Kardashian avesse inserito «#AD» in fondo al post del 2021, avrebbe dovuto specificare che aveva percepito 250mila dollari per l’annuncio. La principale autorità di regolamentazione di Wall Street sostiene che molti token virtuali sono titoli a tutti gli effetti e rientrano sotto la sua giurisdizione. Per determinare se qualcosa è un titolo, la Sec applica un test legale che deriva da una decisione della Corte Suprema del 1946. In base a questo criterio, un’attività può essere sottoposta alla vigilanza della Sec quando gli investitori versano denaro con l’intenzione di trarre profitto.

La più grande pubblicità di cripto della storia

Anche l’autorità di regolamentazione finanziaria del Regno Unito lo scorso anno si è resa protagonista di una stretta sulle pubblicità di criptovalute da parte di influencer. Charles Randell, già presidente della Financial Conduct Authority, ha dichiarato che l’operazione messa a segno dalla Kardashian su Instagram, considerando i suoi 331 milioni di follower, «potrebbe essere stata la promozione finanziaria con la più grande portata di pubblico della storia». Insomma: sempre più difficile stare al passo con i Kardashian.

Fonte: Il Sole 24 Ore