Da Portofino a Cavargna: ecco, comune per comune, dove i redditi sono cresciuti di più

Dal Portofino, simbolo del lusso e meta dei vip da tutto il mondo, a Cavargna, piccolo comune montano in provincia di Como. La mappa dei redditi complessivi pro capite dichiarati dagli italiani nel 2023 fotografa un divario crescente tra i più ricchi e i più poveri. I dati diffusi ieri dal ministero dell’Economia e delle Finanze sui redditi del 2022, inseriti dagli italiani nelle dichiarazioni dei redditi dello scorso anno, evidenziano che in Italia il reddito medio complessivo – su cui vanno applicati gli sgravi fiscali spettanti per individuare il reddito imponibile per il calcolo dell’imposta Irpef – è di 20.039 euro, in crescita del 5% rispetto ai 19.006 euro dichiarati l’anno precedente e riferiti al 2021.

Da un lato ci sono i 97.219 euro in media rilevati nel comune ligure di Portofino (+120% rispetto al 2021), dove a presentare il modello dichiarativo sono 301 contribuenti; dall’altro ci sono i 93 contribuenti residenti a Cavargna (Co) che dichiarano in media 6.156 euro a testa (+5,8% su base annua). Il gap tra i due comuni, il più ricco e il più povero d’Italia, in sostanza è di oltre 91mila euro. L’anno precedente il comune con i redditi medi più elevati era Lajatico (in provincia di Pisa), all’ultimo posto invece c’era sempre il comasco Cavargna: in questo caso, però, il divario tra i redditi medi dei due comuni si fermava a 47.534 euro.

È sufficiente il trasferimento di un singolo “grande contribuente” per incidere su queste medie: ad esempio i redditi di un singolo vip o di un grande industriale, effettivamente fuori scala rispetto a quelli dei contribuenti già residenti, possono innalzare il reddito medio pro capite anche di molto in un Comune. Nella mappa comunale dei redditi dichiarati, elaborata dal Sole 24 Ore partendo dalla somma dei redditi complessivi (ammontare in euro) rapportati al numero di contribuenti di ciascun territorio), è possibile consultare il valore medio pro capite del proprio Comune, confrontarlo con il proprio e con quello dello scorso anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore