Dalla liquirizia al prosecco, le «bandiere verdi» di Cia premiano la tipicità

L’azienda, quasi centenaria, che produce nella piana di Sibari la liquirizia di Calabria Dop. La cantina del Conegliano Valdobbiadene del Prosecco Docg e del Treviso Doc, che ha introdotto tecnologie moderne e green. Ma anche il vivaio di coltivazione di piante ornamentali tipiche del Piemonte, diventato anche la più grande piantagione in Ue di tè con 20 mila piante.

Sono alcune delle dieci realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2022, il Premio di Cia-Agricoltori Italiani, che festeggia la 20esima edizione.
La cerimonia si è svolta a Roma, in Campidoglio, con la consegna dei riconoscimenti e l’assegnazione di premi, tra gli altri, anche a due comuni rurali virtuosi. Ad accomunare i vincitori c’è il legame con il territorio e la qualità italiana, dove tradizione contadina e cultura del cibo sono valori identitari. Un capitale importante di “best practice” agricole, in molti casi a recupero di colture antiche o in aree impervie e poco servite, che diventa ancora più strategico se rilanciato in chiave innovativa e green.

Un riconoscimento speciale è andato all’azienda di alta quota nel territorio di produzione del Parmigiano Reggiano che coniuga allevamento di montagna e tradizioni locali. Il premio Agri-culture va alla prima Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo d’Italia: nata in Basilicata all’interno del Parco nazionale del Pollino aggrega filiere agricole, mense scolastiche e degli ospedali, Gas ed enti locali.

Tra gli altri riconoscimenti, uno va al Comune di Arcevia, borgo marchigiano in ripresa dopo l’alluvione dello scorso settembre. Nella sezione Agri-cinema il Bandiera Verde va al documentario “Pupi Avati: la Tavola Racconta” del regista Adriano Pintaldi, mentre il premio speciale al regista Paolo Virzì per il film “Siccità”.

L’Agri-Press va, invece, all’agenzia online WineNews, mentre l’Istituto Statale “J.F. Kennedy” di Monselice si aggiudica la targa Agri-School. Premio di laurea speciale, infine, in memoria del dirigente Cia Pino Cornacchia, fino all’ultimo instancabile difensore dei diritti degli agricoltori.

Fonte: Il Sole 24 Ore