Decreto Pubblica amministrazione, la «fiducia» lunedì. Settimana calda anche su delega fiscale e lavoro

Decreto Pa, delega fiscale e decreto lavoro. La prima settimana di giugno si preannuncia “calda” per il governo. A partire da lunedì 5 giugno con il ministro Fitto che invierà in Parlamento la terza relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, la prima firmata dal governo Meloni e che si va ad intrecciare con il voto in aula al decreto Pa.

Vediamo in sintesi i principali provvedimenti attesi al voto in Parlamento e su cui va sempre ricordato il monito del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sulla legiferazione d’urgenza e sulla proliferazione eccessiva degli emendamenti parlamentari e soprattutto dello stesso Governo che alla fine molto spesso va a correggere il decreto d’urgenza appena approvato.

Dl Pa

Ottenuto il via libera delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera il Dl Pa, che ha incamerato il discusso emendamento relativo a scudo erariale e limitazione del controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr, è atteso in Aula alla Camera lunedì 5 (votazioni non prima delle 14) e la settimana dopo è in calendario al Senato (va convertito entro il 21 giugno). Non è escluso che già nella giornata di lunedì il governo possa porre la questione di fiducia per blindare il provvedimento e i correttivi approvati in Commissione.

Una volta approvato il decreto passerà all’esame del Quirinale. E, in ogni caso, potrebbe complicare il negoziato con l’Ue sul Pnrr. L’ok della Commissione alla terza rata del Piano continua a non vedere la luce. E all’orizzonte la trattativa per il nuovo Pnrr modificato – con l’aggiunta del RepowerEu – si preannuncia difficile. Sia per la portata delle modifiche che Roma potrebbe chiedere (inclusi alcuni target legati al Superbonus) sia per la tempistica: se il negoziato iniziasse dopo l’estate a rischio ridimensionamento non sarebbe solo la rata di giugno ma anche quella dicembre, entrambe basate su un Piano ormai vecchio, si ragiona in ambienti comunitari.

Oltre a quelli sulla Corte di conti, tra gli emendamenti approvati anche quello che ridisegna alcune competenze all’interno del Mef con la costituzione del nuovo Dipartimento per la giustizia tributaria.

Fonte: Il Sole 24 Ore