Dieta Mediterranea? Solo il 7% degli italiani mangia la dose consigliata di frutta e verdura

Solo il 7% degli italiani mangia 5 porzioni di frutta e verdura al giorno – e cioè la quantità consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – mentre il 52% ne assume solo 1-2 porzioni; il 38% circa 3-4 porzioni e il 3% non ne consuma affatto.
Il consumo aumenta con l’avanzare dell’età, ma coinvolge soprattutto donne e persone con maggiore disponibilità economica e con un livello di istruzione più elevato.

Sono alcuni dati messi in evidenza, in occasione della “Giornata mondiale della Salute” (7 aprile), dal Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food che sottolinea anche come nonostante ci sia una buona disponibilità di frutta e verdura di qualità e a prezzi accessibili nel Sud Italia, il consumo è quasi sempre superiore nelle regioni del Nord, a eccezione della Sardegna, dove si registra una percentuale fra le più alte della Penisola (14%). Le regioni sopra la media nazionale sono, infatti, Liguria, Piemonte, Veneto, la provincia di Trento e la Basilicata che, con il 10% della popolazione che consuma tutte le porzioni raccomandate, si stacca dalle quote delle regioni limitrofe. In coda troviamo Calabria e Campania, ma anche Puglia e Molise.

«Certamente oggi possiamo dire che esistono indicazioni molto valide ed efficaci per aiutarci a mettere in pratica uno stile alimentare protettivo per la salute e quindi abbassare, di conseguenza  il rischio di insorgenza di malattie croniche come i tumori o malattie cardiovascolari. Queste informazioni derivano dagli studi epidemiologici – è il commento della dottoressa Lucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice presso l’Istituto Europeo di Oncologia-IEO di Milano – che analizzati e valutati dalle società scientifiche internazionali, vengono elaborati in raccomandazioni per la popolazione. Sulla base di questi studi, possiamo quindi oggi affermare che un’alimentazione protettiva per la salute si basa su alimenti di origine vegetale come ortaggi, legumi, cereali e derivati integrali, frutta fresca, frutta a guscio semi oleosi e olii vegetali (oliva e semi)».

L’Oms calcola che con 600 grammi di frutta e verdura al giorno si eviterebbero oltre 135mila decessi, 1/3 delle malattie coronariche e l’11% degli ictus.
Questi vegetali, tipici della dieta mediterranea «sono gli stessi da cui vengono ricavati i prodotti a base vegetale (plant based, consumati da 22 milioni di italiani, per un valore di oltre 500 milioni, ndr) – notano da Unionfood – che oggi rappresentano una interessante strategia per facilitare l’apporto di questi nutrienti indispensabili per la nostra dieta giornaliera. Gli alimenti a base vegetale sono caratterizzati da un basso contenuto di grassi (in particolar modo grassi saturi) e, in alcuni casi, da un buon contenuto di grassi insaturi e fibra. Certamente, questi cibi devono essere inseriti in regimi alimentari equilibrati e soprattutto variegati, che non escludono a priori alcuna categoria di prodotto». Così «i prodotti a base vegetale nascono di fatto per rispondere a una precisa richiesta del mercato e per andar incontro ai crescenti bisogni di maggiore sostenibilità e salute dei consumatori, coniugando gusto, sicurezza alimentare e aspetti nutrizionali».

Oggi sono molte le categorie “coperte” dal plant based:  dalle bevande ai burger, dai prodotti al cucchiaio con fermenti lattici, gelati, dessert a salse, condimenti ecc. Inoltre «presentano un elevato contenuto di servizio», aggiungono da Unionfood che cita una ricerca Bva-Doxa secondo cui 4 consumatori su 5 acquistano cibi a base vegetale proprio perché li ritengono sani.

Fonte: Il Sole 24 Ore