F1: il “monotono” Verstappen raggiunge Alain Prost a quota 51 vittorie

 Anche in Messico la legge di Max Verstappen non cambia: vittoria numero sedici dell’anno e cinquantunesima in carriera, come Alain Prost. Altra domenica, altro record, insomma. Nonostante una strabiliante prima fila tutta rossa, il tricampione del mondo mette il suo muso davanti subito nei primi metri e, complici una partenza meno brillante delle rosse e una zampata violenta e maldestra di Perez, non c’è stato più niente da fare per nessun altro. A ben vedere, infatti, il pilota Red Bull più ‘scarso’ ha mostrato tutta la sua ormai sempre più dubbia capacità di conduzione di una Formula 1, compromettendo la sua e altrui gara sempre nelle fasi iniziali: più veloce di Verstappen di cinque centesimi allo start, il suo scatto è stato efficace ma ha portato Leclerc, non partito bene come avrebbe sperato, in una costrizione da ‘sandwich’ dalla quale non ha potuto uscirne del tutto sano e salvo. Il messicano, superandolo, avvicinandosi e stringendolo troppo, ha danneggiato irreparabilmente la sua Red Bull, finendo la sua corsa con un ritiro immediato. Ma toccando la rossa, ha rovinato anche l’ala di Leclerc, che non ha mai potuto esprimere il suo potenziale e tenere testa ai principali rivali.

 La gara nel suo complesso è stata quindi per molti aspetti meno interessante e movimentata di quanto ci si aspettava dal sabato, soprattutto da parte delle Ferrari, perché compromessa seriamente dall’inizio. Pensare che il pubblico locale voleva perfino boicottare Verstappen, tanto che i gruppi di tifosi di Perez avevano in mente azioni per bloccare l’olandese. Ma Perez è riuscito perfino a farsi male con le sue mani e a deludere tutti: peggio di così era difficile da immaginare. Ciò nonostante, il messicano resta secondo nel mondiale piloti, ma ora il ritardo di Hamilton, dopo il secondo posto della domenica pomeriggio a Mexico City, è ristretto a soli venti punti.

 Complessivamente una buona parte di domenica è stata anche noiosa perché poco densa di spettacolo e imprevisti: inoltre, nonostante il caldo, le gomme non hanno avuto grossi problemi di degrado e chi ha scelto le gomme dure è stato premiato. Su tutti, manco a dirlo, proprio il solito fortunato: se Albon ci ha creduto per primo, con le hard, Max ha segnato un ritmo incredibile, che non ha lasciato speranze agli altri concorrenti. Ma anche le medie non sono andate male: basti pensare che Hamilton ha firmato il giro più veloce proprio all’ultima tornata, prendendo un utile punticino in più e dimostrando il suo valore e la capacità di conservazione delle gomme. Nessun elogio invece alla strategia Ferrari: Leclerc sul finale ha dovuto rinunciare a riprendere Hamilton e Sainz, quarto, non ha mai potuto neanche pensare di far di meglio, ma può solo essere felice di non essere stato preda dei diretti avversari.  Dietro di loro, vivi complimenti a Norris, votato come pilota del giorno per il vistoso recupero sin dalle retrovie: se si fosse qualificato bene, forse sarebbe stato anche lui da podio. Congratulazioni vivissime anche per Ricciardo, che per una volta merita l’elogio per aver dimostrato di riuscire a fare un weekend all’altezza del suo nome nonostante un’auto non al massimo. Piastri ieri invece era più sbiadito di altre volte. Al contrario della Alpha Tauri, in crescita, questa gara è una delle peggiori prestazioni stagionali delle Aston Martin.

Un settimo posto da 20 milioni di dollari

Per Ricciardo non è solo un risultato positivo, ma è anche stato il più alto di tutta la stagione e con impatto positivo sul destino del team e, forse, sulla sua carriera. Sei punto di ieri che, sommati ai dieci precedenti di tutto il 2023, portano la scuderia a risalire la classifica del mondiale costruttori dal nono all’ottavo posto: a pari merito ma sopra l’Alfa Romeo. Erano al decimo posto e hanno sorpassato in un sol colpo la Haas e l’Alfa. Mancano ancora tre gare alla fine delle stagione ma in quanto a premi le cifre finali, non pubbliche ma stimate, dovrebbe essere di quest’ordine di grandezza, secondo il commentator di Fox Sports, Karun Chandhok, visto una decina d’anni fa in alcuni team minori di Formula 1.

 Una colpa certa, una coperta corta: Red Bull danneggia, ma la Ferrari non si difende

Se le due Red Bull mettono al centro la Ferrari e Leclerc è stato incolpevole, in tutto il primo stint comunque il monegasco è andato ben più forte di Sainz.

Fonte: Il Sole 24 Ore