Franciacorta, così il vino e cibo affondano le radici nella cultura italiana

Vino e territorio. Un binomio che ormai viene dato per scontato, ma di cui non è sempre scontata l’effettiva declinazione. Ben vengano quindi le iniziative per riflettere sul suo significato e sui suoi possibili sviluppi, come quella organizzata dalle bollicine del Franciacorta all’interno del ricco palinsesto di eventi di “Bergamo Brescia 2023 Capitale Italiana della Cultura”: un titolo per la prima volta assegnato a due città italiane, entrambe dall’importante tradizione enogastronomica.

«Cultura, in latino, significa “coltivazione della terra” e deriva dal verbo còlere, coltivare. E se oggi questo termine si è evoluto e ha una valenza più ampia, abbracciando vari ambiti, la sua derivazione nasce proprio dalla terra», ricordano gli organizzatori. Il Consorzio Franciacorta, destination partner della Guida Michelin in Italia da tre anni – la Rossa di quest’anno sarà presentata il 14 novembre presso il Teatro Grande di Brescia – ha voluto su questa base intavolare un dibattito proprio sull’importanza di cibo e vino come elementi chiave della cultura italiana, che affondano le proprie radici nel territorio e che «ne esprimono ideali, identità e stili di vita».

Al talk “Terra, le radici della cultura”, che si è svolto lunedì 11 settembre hanno partecipato chef stellati e personaggi di primo piano in ambito culturale ed enogastronomico. Tra questi, gli chef Enrico Bartolini, Andrea Berton, Enrico Cerea, Stefano Cerveni, Carlo Cracco, Davide Oldani, Nadia Santini e Riccardo Scalvinoni. Insieme a loro, anche Silvano Brescianini, presidente di Consorzio Franciacorta, Marco Do, direttore comunicazione di Michelin, Maddalena Fossati, direttrice de La Cucina Italiana, Chiara Maci, blogger, Edoardo Monti, mecenate e fondatore di Palazzo Monti e Matteo Zoppas, Presidente di Ice.

Il gusto come musa del Made in Italy

«Noi italiani siamo assuefatti dalla bellezza, storica e culturale, del nostro Paese al punto tale che spesso non sappiamo darle valore: siamo tutti cresciuti con cose buone e conoscere e apprezzare la nostra cultura ci porta a creare prodotti che vengono riconosciuti e premiati in tutto il mondo – ha detto Brescianini – valorizzando ancora di più la cucina italiana».

Per Matteo Zoppas, «da sempre, essere italiani e diffondere il “Made in Italy” all’estero significa portare con sé il gusto, la passione e la tradizione culinaria di una terra ricca di storia e sapori straordinari. Questo implica incarnare un’eccellenza ineguagliabile nell’enogastronomia, un lustro che ogni giorno il mondo ci riconosce».

Fonte: Il Sole 24 Ore