Frescobaldi (Uiv): «Cogliere i nuovi trend di consumo senza pregiudizi»

«Il vino italiano parla tanto di tradizione, ma la realtà è che ha sempre cercato l’innovazione e ne ha fatto una chiave di successo. Ed è quanto deve continuare a fare adesso. Il vino è un prodotto globale che ormai si produce a ogni latitudine (mi sono imbattuto in una ‘Tuscany Hill’ a Bangkok e in una in Sudafrica) e non si può continuare a essere protagonisti di questo settore senza guardare ai nuovi trend di consumo».

Ha una posizione netta il presidente dell’Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi a proposito della chance offerta dai nuovi vini dealcolati o del tutto alcohol free che si stanno affermando sui mercati.
«L’errore che commettono alcuni produttori – aggiunge – è ragionare con il proprio gusto. Noi produciamo vino da svariate generazioni ed è ovvio che anche per noi il vino sia altro. Ma abbiamo l’obbligo di guardare al mercato e alla domanda che viene dal consumatore. Anche perché se non rispondiamo noi, lo faranno gli altri».

Il nuovo resta sempre un argomento difficile…
Lo capisco. Ricordo quando negli anni ’90 alla Frescobaldi comunicammo al mercato che avremmo rinunciato al fiasco per i nostri Chianti. Ci arrivarono lettere minatorie di consumatori delusi che ci auguravano la chiusura in pochi anni. Noi ci siamo ancora. Il punto è che forse alcuni tradizionalisti non volevano rinunciare al fiasco ma il mercato mondiale non sapeva neanche cosa fosse.

Sui dealcolati ci sono vincoli normativi.
C’è un regolamento Ue del 2021 che li prevede ma la legge italiana invece vieta che si possano produrre o anche solo detenere in cantina. A me sembra un autogol. I francesi, che forse in tema di tradizioni possono competere con noi, li hanno appena autorizzati per i loro vini Igp.

I dealcolati sono sempre prodotti dall’uva coltivata nei vigneti. E quindi autorizzarli aiuterebbe anche la sostenibilità economica del vigneto Italia.
Un asset da tutelare perché decisivo per evitare il dissesto nelle campagne. Senza il vigneto per mantenere in sicurezza i territori dovremmo piantare boschi. Non è meglio mantenere i vigneti?

Fonte: Il Sole 24 Ore