Gabetti Rent: entro il 2026, 400 unità in affitto gestite tutte in digitale

«Nel prossimo futuro, il mercato immobiliare vedrà nascere e consolidarsi una nuova tendenza all’interno del segmento proptech, incentrata sul principio della casa come servizio, dove l’accesso è più importante del possesso. È su questo aspetto che stiamo focalizzando sempre più il modello di business di G Rent, ponendoci l’obiettivo di puntare a un portafoglio di appartamenti in built to rent gestito con un processo interamente digitalizzato di almeno 400 unità entro il 2026». Così ha spiegato Emiliano Di Bartolo, managing director di Santandrea Luxury Houses & Top Properties, società del Gruppo Gabetti specializzata nella gestione degli affitti a breve nei segmenti corporate e lusso, e amministratore delegato di G Rent spa, proptech company attiva nel settore dell’hospitality di immobili di lusso e di building dedicate a clientela corporate, quotata sul mercato Egm (Euronext Growth Milan), partecipando alla Call Tech Action Milano.

Nel corso dell’incontro inaugurale del progetto a Milano, focalizzata sul potere trasformativo dell’inizio unito alla tecnologia, alle nuove generazioni e l’apertura al futuro, all’innovazione e all’imprenditorialità aziendale nei settori fintech e insurtech, Di Bartolo ha illustrato la visione di G Rent sul segmento proptech nei prossimi 3-5 anni: «L’informatizzazione e l’uso delle nuove tecnologie – ha detto – permetterà di automatizzare completamente tutti i processi dell’abitare, a partire dalla selezione della casa nelle nostre building, alla sua personalizzazione, fino al contratto di affitto e al check in/check out. Tutti i processi paper free saranno completamente digitalizzati e permetteranno all’utente di prendere possesso dell’abitazione anche con contratti a medio lungo periodo, esclusivamente con un processo di registrazione online e una carta di credito». Un fenomeno che, secondo Di Bartolo, coinvolgerà soprattutto Roma e Milano, dove i prezzi degli appartamenti hanno avuto negli ultimi anni un’importante crescita.

«Proprio l’impennata del costo delle case, che siamo convinti non si fermerà nel futuro che ci attende – ha concluso Di Bartolo – spingerà i giovani ad abitare in building completamente digitalizzati e vissuti come il loro ambiente ideale. Alla base del trend, chiaramente, vediamo un processo di ricerca dell’abitazione che prevede una completa disintermediazione e una forte semplificazione, rispetto a quanto avviene normalmente oggi».

Fonte: Il Sole 24 Ore