Fondi europei, nei ministeri la spesa non decolla

Traguardo a portata di mano per la spesa dei fondi strutturali europei del periodo di programmazione 2014-2020. A tre settimane dalla scadenza finale del 31 dicembre prossimo (in virtù della regola N+3 che concede tre anni di tempo per rendicontare a Bruxelles i progetti dalla data dell’impegno di spesa), le risorse già spese, rendicontate e rimborsate dalla Commissione europea sono pari a 30,7 miliardi di euro, l’86,34% dei 35,6 miliardi finanziati dalla politica di coesione con il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse).

Restano da pagare poco meno di 5 miliardi, di cui una parte già rendicontati a Bruxelles e gli altri oggetto della consueta corsa di fine anno. Inoltre, poiché è l’ultimo anno della programmazione, non c’è disimpegno automatico delle risorse, è sufficiente spendere le risorse entro il 31 dicembre e rendicontare a Bruxelles entro giugno prossimo.

Il nodo REACT-EU

A destare le maggiori preoccupazioni sono i dati relativi ai programmi gestiti dai ministeri, soprattutto per la parte finanziata con React-Eu. Su questa sezione, la percentuale di spesa realizzata e rimborsata è ferma al 49,79%. React è uno degli interventi pensati per aiutare la reazione alla crisi innescata dal Covid. Per l’Italia ha significato un’integrazione di 14,2 miliardi di euro, assegnati tutti ai programmi dei ministeri. Il Pon Infrastrutture e reti, finanziato dal Fesr e di cui è responsabile il MIT, a poche settimane dalla chiusura definitiva è riuscito ad ottenere rimborsi solo per 61,7 milioni su una dote React di quasi 667 milioni, il 9,26%. Su questo programma e sul Pon Metro-React (gestito dall’Agenzia per la Coesione, con pagamenti al 37,2%) si addensa qualche nube. Male anche il programma Inclusione sociale fermo al 17%, ma in questo caso i fondi sono destinati alla decontribuzione nelle regioni del Sud, spesa abbastanza veloce da realizzare.

La distanza tra le performance delle regioni e quelle dei ministeri nella spesa delle risorse per la coesione diventa ancora più visibile guardando ai dati della Dg Regio della Commissione europea di tutti i programmi italiani, regionali e nazionali, al netto delle risorse React.

Regioni virtuose

Tra le regioni, infatti, sono molte quelle che hanno superato il 95% dei pagamenti, con Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna a ridosso di quota 100%. Tra le regioni del Sud, che godono di finanziamenti europei più rilevanti, la Puglia conferma la riconosciuta capacità di gestione e di spesa delle risorse (96,3%). La Campania è all’81,6% , mentre sono sotto la soglia dell’80% solo tre regioni: Basilicata (77%), Calabria (76,7%) e Sicilia (72,2%).

Fonte: Il Sole 24 Ore