Gas ai massimi da due mesi, nuovo attacco a depositi in Ucraina

Le quotazioni del gas sono tornate a surriscaldarsi in Europa, con un balzo del 9% che le ha riavvicinate alla soglia dei 30 euro per Megawattora. Al Ttf la seduta di giovedì 11 si è chiusa sui massimi da due mesi, a quota 29,45 euro.

A innescare le tensioni, un nuovo attacco russo – il quarto in meno di tre settimane – andato a segno contro due depositi di stoccaggio del gas in Ucraina: una sequenza che conferma come le infrastrutture relative a questo combustibile siano ormai entrate davvero nel mirino di Mosca, con un cambio di strategia rilevante rispetto al passato.

Naftogaz anche stavolta non ha identificato i siti colpiti, che si trovano nella regione occidentale di Lviv, e ha assicurato che i danni, limitati alle strutture esterne, non hanno compromesso l’operatività. Ma il ripetersi degli attacchi ha iniziato a creare nervosismo sul mercato.

L’Ucraina ha un’enorme capacità di stoccaggio del gas, che oggi mette a disposizione anche di operatori stranieri (offrendo 10 miliardi di metri cubi, circa un terzo del totale). Inoltre è percorsa da importanti gasdotti, da cui transitano tuttora forniture russe dirette a Paesi europei, Italia compresa: flussi intorno a 40 milioni di metri cubi al giorno.

Sono infrastrutture uscite indenni da oltre due anni di guerra, perché preziose anche per Mosca. Ma Gazprom a fine 2024 perderà il contratto per il transito del suo gas in Ucraina. E la prospettiva evidentemente è cambiata.

Fonte: Il Sole 24 Ore