Gli obiettivi di Econyl, il nylon circolare che punta all’impatto zero

Tra i primi a puntare su Econyl è stato Kelly Slater, quando ha appeso la tavola da surf al chiodo per dedicarsi all’abbigliamento con il suo marchio Outerknown. Poi è arrivata la moda sostenibile di Stella McCartney. Oggi sono più di 500 i brand della moda e dell’abbigliamento sportivo, e una sessantina i marchi di design d’interni e automotive che utilizzano il nylon rigenerato, e rigenerabile infinite volte, prodotto dalla trentina Aquafil con un procedimento hi tech che riporta il filato polimerico allo stato originario.

Il più recente marchio ad aver adottato Econyl è Arena, produttore di costumi e abbigliamento sportivo focalizzato sugli sport acquatici che ha seguito il leader del settore, Speedo, e un colosso come Adidas. Peraltro il brand Arena nasce su iniziativa di Horst Dassler, il figlio del creatore di Adidas: le due storie tornano quindi a incrociarsi sul filo dell’economia circolare e sostenibile. Arena, che già produce oltre il 90% dei costumi da bagno in nylon riciclato, ha scelto il filato di Aquafil per i costumi da gara: il modello Powerskin St Next,è il primo calzoncino da competizione approvato dalla Federazione italiana (Fina) pensato come entry level per i giovani che si affacciano al mondo delle gare.

«Econyl è un brand riconosciuto in termini di circolarità e trasparenza – afferma Filippo Antoniello, global brand manager di Arena -. E grazie a oltre tre anni di ricerca e sviluppo Arena è riuscita ad avere performance addirittura maggiori rispetto al precedente tessuto in nylon vergine, garantendo una compressione dei muscoli maggiore e più duratura nel tempo. È vero che la sostenibilità ha un costo per le aziende ma, oltre a soddisfare una richiesta crescente dei consumatori, è necessario rendere il business dell’azienda più etico e compatibile con l’ambiente». Il progetto è pronto a ripartire puntando sui costumi per professionisti. Anche Vilebrequin, sempre con i costumi da bagno, e Patagonia, per gli interni delle sue giacche, hanno scelto il nylon riciclato di Aquafil.

Il gruppo di Arco (Trento) prosegue così nella sua scommessa sull’economia circolare. Il suo processo di depolimerizzazione e ripolimerizzazione, dietro il quale si cela una spaccatura e una ricomposizione della molecola del caprolattame (il nome tecnico della materia prima del nylon6), permette di recuperare materiali come reti da pesca in disuso o recuperate dai fondali marini dai volontari di Healthy Seas, il fluff, la parte superiore delle moquette da pavimento, quasi interamente di provenienza Usa, e scarti industriali non riutilizzabili.

Nell’impianto di Ajdovščina, in Slovenia, entrano ogni giorno 150-200 tonnellate di scarti, ridotti in frammenti e preparati per essere rigenerati nel vicino impianto di Lubjana, trasformandosi in 30mila tonnellate annue di filati vergini. Lo scarto della lavorazione non va oltre il 10-12%, ma Aquafil lavora per reinserire anche questo nel ciclo produttivo. Già oggi, sottolinea il ceo di Aquafil Giulio Bonazzi, «siamo attorno a emissioni di un kg di CO2 per kg di nylon prodotto, con un impatto decisamente inferiore rispetto agli 8-9 kg di quello prodotto da zero: l’obiettivo è scendere sotto il chilo». Econyl rappresenta oggi il 47% del fatturato da fibre sintetiche del gruppo, pari a poco meno del 90% del totale di 670 milioni di euro previsti per il 2023, in calo rispetto ai 684 del 2022, effetto della flessione della domanda e dell’aumento dei prezzi: «L’obiettivo è arrivare al 60% del fatturato entro fine 2025», prosegue. Aquafil si rivolge ai produttori, ma «stiamo lavorando per diffondere il marchio Econyl, con piani di comunicazione su mercati come la Cina – nota Bonazzi -. Ora puntiamo sulla nostra piattaforma di e-commerce, messa a disposizione dei produttori che utilizzano il nostro nylon: oggi siamo attorno al milione di contatti annui, vogliamo crescere per arrivare a quattro volte tanto, aprendo anche ai grandi marchi, in modo da fornire un marketplace comune per i prodotti a marchio Econyl».

Fonte: Il Sole 24 Ore