Hr, i 4 ambiti di cui (pre)occuparsi nel 2024

Secondo la cultura tradizionale cinese, il 2024 è l’anno del drago verde di legno. Nel contesto dell’oroscopo cinese, la presenza di questo animale mitologico facilita la comunicazione e la comprensione con quasi tutti gli altri segni. Questo rende il 2024 un anno favorevole per la collaborazione e la cooperazione tra diverse personalità e caratteri. Vista la situazione globale, facciamo il tifo per lui perché di queste competenze abbiamo tutti un gran bisogno! E sono le risorse che ci aiuteranno nel 2024, anche guardando al mondo HR. Si preannunciano, infatti, 12 mesi complessi su più fronti, per affrontare i quali sarà necessario e vitale comunicare efficacemente (ascoltare in primis), cooperare e trovare soluzioni sostenibili, insieme.

A mio parere – opinione avvalorata anche dalle analisi di esperti a livello internazionale – sono ben visibili quattro perimetri in cui “fare la cosa giusta” sarà determinante per il futuro, avendo ben in mente che le soluzioni “a presa rapida” potrebbero presentarci un conto salato, più tardi.

1. Ritorno in ufficio: sempre più aziende si pongono l’obiettivo di ingaggiare le persone a ri-abitare gli uffici. Abbiamo imparato che il lavoro ibrido ha degli svantaggi per quanto riguarda la collaborazione, il senso di appartenenza, l’isolamento, la creatività, la connessione sociale, la comunicazione e molto altro ancora, soprattutto per certi dipendenti e certi tipi di ruolo. Per la maggior parte di noi, trascorrere del tempo con i colleghi è importante per il nostro benessere e per portare a termine il nostro lavoro. In linea di principio, credo, nessuno abbia nulla in contrario a incoraggiare le persone a lavorare insieme di persona. Ciò che fa riflettere è la sensazione che, nelle modalità di questo rientro, spesso non si sia colta l’opportunità di passare in modo permanente da una forma di “controllo manageriale” a uno stile di leadership basato sulla fiducia, sulla responsabilizzazione e su una maggiore autogestione. Molti manager fanno ancora fatica a fidarsi pienamente del senso di responsabilità delle proprie persone e non hanno ancora completamente realizzato che stare insieme sul posto di lavoro, nonostante gli spostamenti o la difficoltà di trovare un’assistenza per i bambini o il cane, viene fatto volentieri se c’è un motivo valido, prioritario e importante per farlo. Se vogliamo che le persone lascino il comfort delle loro case, dobbiamo fornire un servizio migliore: internet migliore, tecnologia migliore, formazione esperienziale migliore, caffè migliore, spazi per riunioni e incontri – non solo una scrivania, una sedia e uno schermo per consentire al personale di partecipare a riunioni alle quali avrebbe potuto partecipare da casa.

2. Ridondanze: le aziende hanno bisogno di modificarsi in base ai cambiamenti del mercato e, soprattutto con le nuove tecnologie, alcuni ruoli necessitano di un supporto per aggiornarsi. Il ritmo del cambiamento è talmente elevato che le aziende dovranno considerare, di più e meglio, la loro possibilità di intervento nei confronti dei collaboratori che hanno bisogno di un re-skilling. Hanno il dovere di anticipare la domanda di competenze future e di creare opportunità all’interno dell’azienda per sviluppare le competenze di cui avremo bisogno. Certo che questo elemento prevede un cambio di mindset generalizzato anche verso l’approccio all’apprendimento. Mai come ora, il life-long learning diventa non solo un’aspirazione per i nostri hobby, ma un atteggiamento da avere in ogni dominio della nostra vita.

3. GenAI: il rapporto del World Economic Forum del 2023 sull’impatto delle nuove tecnologie prevede la creazione di 69 milioni di posti di lavoro e una diminuzione di altrettanti milioni di posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Leader poco illuminati potrebbero pensare che questa situazione debba essere gestita unicamente da governi e sistemi di welfare, ma non è così. Capitalizzare la tecnologia dando valore alle risorse e al potenziale ancora non espresso delle persone spetta anche alle organizzazioni in quanto appartenenti ad un ecosistema che deve trovare equilibri nuovi e sostenibili.

Fonte: Il Sole 24 Ore