I gestori chiudono il 2022 con una raccolta di quasi 20 miliardi

Nell’ultimo mese del 2022 l’industria del risparmio gestito italiano ha incassato complessivamente 11,2 miliardi, un dato monstre se raffrontato ai 268 milioni di novembre, che ha fatto lievitare il dato annuale fino a 19,8 miliardi. In verità, però, il risultato di dicembre è ascrivibile principalmente ai mandati istituzionali «i cui flussi – sottolinea il direttore ufficio studi di Assogestioni Alessandro Rota – seguono delle dinamiche su cui l’andamento dei mercati influisce in misura minore rispetto al mondo retail». Il saldo è stato di 8,7 miliardi e i movimenti più significativi nel segmento sono stati registrati da Allianz, Eurizon, Poste, Axa e Amundi che insieme hanno totalizzato 8,8 miliardi. Inoltre a dicembre c’è stato un deciso recupero il segmento dei fondi aperti che, spinti dagli azionari, hanno decisamente migliorato le posizioni rispetto a novembre, passando da 231 milioni a 1,1 miliardi. La raccolta annuale dei fondi si è così portata quota 9,3 miliardi.

Il confronto annuale

Ma nonostante questi numeri siano positivi, sono lontanissimi rispetto a quelli conseguiti nel 2021. Certo, nell’ultimo anno è successo di tutto e il risparmio gestito ha dato prova di grande capacità nel continuare a muoversi in un percorso di crescita, un risultato che non era affatto scontato, ma ciò non toglie che i numeri del 2021 fossero un’altra cosa. Nonostante le incertezze ancora legate alla pandemia, all’epoca nelle casse dei gestori entrarono in totale 92 miliardi e di questi 65 sono confluiti in quelle dei fondi comuni. Non solo. Nello stesso periodo, il patrimonio totale dell’industria ha toccato il suo record storico a 2.583 miliardi, un livello che non è stato più raggiunto nei mesi successivi. Oggi le masse in gestione sono pari a 2.216 miliardi con un calo del 14,2% rispetto al picco di fine dicembre 2021.

I fondi comuni

Sono gli azionari che continuano a tenere le redini del sistema. Con una raccolta mensile positiva di 1,4 miliardi hanno confermato di essere i prodotti preferiti dagli investitori. La costanza dei risultati mese dopo mese ha portato la tipologia ad archiviare il bilancio annuale con oltre 21 miliardi di raccolta, distaccando nettamente le uniche due tipologie in attivo, vale a dire i monetari (6,4 miliardi) e i bilanciati (4,5 miliardi). Annata pessima per gli obbligazionari che, nonostante il dato positivo conseguito a dicembre (375 milioni) hanno chiuso l’anno con un pesante – 16,7 miliardi, mentre per ii flessibili il rosso è di 5,7 miliardi. Tornando ai dati di dicembre, da segnalare il deciso miglioramento dei monetari passati da un saldo di 2 milioni incassato a novembre agli attuali 402 , mentre continua a scendere l’indice di gradimento di flessibili e bilanciati (rispettivamente – 669 e -342 milioni).In termini di domiciliazione, infine, la raccolta dei fondi di diritto italiano è stata di 442 milioni (66 in un anno) e quella dei prodotti esteri di 699 milioni (9,3 miliardi nel 2022).

Le società

Ai vertici della classifica per raccolta a dicembre di sono piazzate Intesa Sanpaolo con un saldo positivo per 3,1 miliardi, Allianz con 2,6 miliardi e Poste Italiane con poco meno di 2 miliardi. Pollice verso, invece, per Generali in rosso per 1,5 miliardi, per il gruppo Deutsche Bank con un risultato negativo per 443 milioni e per Bnp Paribas con un deficit di 280 milioni. il gruppo che a dicembre ha raccolto di più attraverso i fondi è stato Amundi (958 milioni con un saldo totale di 1,8 miliardi).

Fonte: Il Sole 24 Ore