I gestori hanno inaugurato il 2024 con un saldo negativo per 2,6 miliardi

Per i gestori il 2024 comincia il salita. Il saldo dell’industria del risparmio gestito in Italia a gennaio è infatti negativo per 2,6 miliardi, con un deciso arretramento rispetto agli 1,8 miliardi incassati a dicembre. Va comunque detto che il risultato nell’ultimo mese del 2023 non era molto indicativo dell’andamento del mercato nel suo complesso poiché determinato quasi esclusivamente dai movimenti sui mandati istituzionali di Poste Italiane che da sola ha incassato 3,7 miliardi, tamponando abbondantemente le perdite registrate a livello globale dalle gestioni collettive. Dalle ultime rilevazioni di Assogestioni emerge che i deflussi si sono nuovamente concentrati sul segmento dei fondi aperti dalle cui casse a gennaio sono usciti 2,3 miliardi, con un peggioramento rispetto al deficit di 1,2 miliardi del mese precedente. Dietrofront, invece, per i mandati istituzionali il cui bilancio si è chiuso in rosso per 687 milioni. In attivo le gestioni retail (257 milioni) e i fondi chiusi (166 milioni).

Il patrimonio

Le masse gestite dal sistema sono salite a 2.342 miliardi rispetto ai 2.338 di fine dicembre e confermano la maggior incidenza delle gestioni collettive, che pesano per il 53,1% sul totale, rispetto a quelle di portafoglio, ferme al 46,9 per cento. Per quanto riguarda il patrimonio dei fondi comuni, la fetta più grande della torta fa capo agli obbligazionari (35,7%) che però non si distanziano molto dagli azionari (33%).

I fondi comuni

Dalla lettura dei dati la tendenza è lampante: i sottoscrittori si indirizzano nettamente sugli obbligazionari e i numeri lo dicono chiaramente: 5,5 miliardi incassati a gennaio rispetto agli 1,8 del mese precedente. Ma il dato più significativo riguarda gli azionari che dopo un lungo periodo di raccolta positiva, negli ultimi mesi hanno invertito la tendenza e questa inversione è stata particolarmente evidente proprio a gennaio con un passivo di 2,2 miliardi rispetto ai -536 milioni di dicembre. Netta inversione di rotta dall’equity al bond, quindi, a dimostrazione che il buon andamento dei listini nell’ultimo anno da un lato e i consensi per il mercato obbligazionario espressi da molti operatori nel 2024 dall’altro hanno facilitato il riposizionamento dei portafogli. Molto negativi anche i flessibili (-2,8 miliardi( e i bilanciati (- 1,9 miliardi). In termini di domiciliazione i fondi di diritto italiano hanno incassato 486 milioni mentre quelli esteri hanno archiviato il mese con un passivo di 2,8 miliardi.

Le società

Tra le fila dei gruppi, particolarmente incisivi sull’andamento dell’intero settore i movimenti sui mandati istituzionali di Generali (+2,5 miliardi grazie alla riallocazione di portafogli assicurativi ora gestiti da Generali Am per conto del gruppo)) e Poste Italiane (-1,8 miliardi). A livello complessivo le due società hanno archiviato il mese rispettivamente con un saldo di 2,7 e di -1,4 miliardi. Sui fondi aperti significativi i riscatti per Intesa con Eurizon che ha registrato un risultato negativo per 2 miliardi (-2,7 miliardi l’intero gruppo). A livello complessivo da segnalare i saldi positivi di Mediolanum (207 milioni) , Arca (182 milioni) e Deutsche Bank (327 milioni). In rosso Anima ( -927 milioni), Amundi (-516 milioni) e Morgan Stanley (-460 milioni).

Fonte: Il Sole 24 Ore