I vertici delle Forze armate italiane all’Europa: «L’instabilità globale è una realtà, ora serve una difesa comune»

I vertici militari italiani lanciano l’allarme: le sfide alla sicurezza dell’Europa, non ultime quelle rappresentate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dall’escalation tra Israele e Iran delle ultime ore, pongono l’Ue di fronte alla necessità di mettere in campo una difesa veramente europea. E di farlo in tempi stretti. Siamo già in ritardo: l’accentuata instabilità a livello globale è drammatica realtà. Ma l’Europa, chi ha l’ultima parola nelle scelte politiche, non si muove, non decide.

L’occasione per trasmettere questo messaggio alla politica è stata fornita dal convegno sulla difesa comune europea organizzato dalla Fondazione Italiaprotagonista del senatore e capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri dal titolo: «Difesa europea, il nostro futuro». All’incontro, che si è svolto nella Sala Kock di Palazzo Madama lunedì 15 aprile (con un benvenuto del Presidente del Senato Ignazio La Russa), hanno partecipato le primissime linee delle forze armate italiane: l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, Sottocapo di Stato Maggiore della Marina militare; il generale Teo Luzi, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri; il generale Carmine Masiello, Capo di Stato maggiore dell’Esercito; il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante operativo di Vertice Interforze, il generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare e l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone , Capo di Stato maggiore della Difesa. La minaccia è reale, e attuale. «Una nuova Cortina di ferro sta scendendo sull’Europa», ha affermato Berutti Bergotto.

Figliuolo: «A livello europeo sono sette decenni che si dibatte di sicurezza comune…»

L’intervento del generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante operativo di Vertice Interforze, è partito da una premessa: «A livello europeo sono sette decenni che si dibatte di sicurezza comune – ha ricordato -. L’Ue è diventata un soggetto economico di grandi dimensioni. L’integrazione economia avrebbe dovuto portare con sé quella politica, a cominciare dalle questioni che riguardano più direttamente gli interessi nazionali. La difesa è tra queste». Tutto questo non è accaduto. Anche perché «una difesa europea richiede comuni obiettivi strategici. Difesa europea significa anche condivisione del budget economico e del know how industriale. Anche se – ha aggiunto Figliuolo – occorre essere in linea con i tempi: non bastano le risorse economiche per avere le capacità; le capacità si realizzano nel tempo. Vanno preparate le procedure di impiego e le risorse umane». Di qui la conclusione del ragionamento. Figliuolo ricorre a una frase di Luigi Einaudi: oggi «il problema è tra l’esistere unito o scomparire».

Luzi: «Senza una politica estera europea non può esserci una politica di difesa comune»

«Mi chiedo: qual è la politica della Ue sui temi esteri?», si è chiesto il generale Teo Luzi, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. «Una politica comune europea non c’è, e senza una politica comune estera non ci può essere una politica di difesa europea». Luzi ha posto l’accento sul procurement: «Oggi – ha detto – l’89% degli armamenti è prodotto dal singolo Stato, per se stesso. Sicuramente la figura di un Commissario europeo per la difesa è un passo avanti, ma non risolutivo». Per sottolineare come spesso le scelte europee rimangono appese a un filo, Luzi ha portato l’esempio della «”Gendarmeria europea”: da 18 anni – ha spiegato – esiste a Vicenza un comando europeo pronto per essere impiegato: è una casa comune di sette polizie ad ordinamento militare. Può operare in missioni all’estero a bassa intensità». La richiesta arriva da organizzazioni internazionali (Ue, Nato, Nazioni Unite, Osce), previo via libera degli Stati interessati. Oltre all’Arma dei Carabinieri, fanno parte di questa squadra la Gendarmeria nazionale francese, la Guardia Civil spagnola, la Guardia National Repubblicana Portoghese, la Marecausussèe olandese e la Jandarmeria rumena. «Ebbene – ha ricordato Luzi -: in 18 anni questa soluzione non è mai stata attivata…».

Cavo Dragone: «L’Ue deve dimostrare coesione e unità di intenti»

«Condivido la necessità di sviluppare gradualmente capacità militari europee, impiegabili sotto egida europea, complementari alla Nato, in grado di essere efficacemente impiegati ove gli interessi della Comunità ne richiedano l’intervento», ha sottolineato Cavo Dragone nel suo intervento. «La pace e la stabilità a livello internazionale ha una portata mondiale, e l’Europa deve necessariamente giocare un ruolo chiave in questo contesto», ha aggiunto. Tra gli aspetti su cui Cavo Dragone ha posto l’accento, anche «l’arco di instabilità che minaccia gli approvvigionamenti energetici. Se si lascia un vuoto, Russia e Cina sono pronte a colmarlo. Il nostro impegno per la stabilità internazionale è destinato ad aumentare». Ecco perché «vanno sviluppate capacità europee complementari alla Nato. Per affrontare le minacce servono forze armate pronte, adeguatamente addestrate. Occorre condividere le nostre risorse – ha continuato -. Serve un Commissario ad hoc per la difesa europea, che si occupi della materia in maniera esclusiva». «Si tratta di un percorso complesso, esteso nel tempo – ha sottolineato il Capo di Stato maggiore della Difesa -. L’Ue deve dimostare coesione e unità di intenti».

Fonte: Il Sole 24 Ore