Il dramma dei migranti nei film di Matteo Garrone e Agnieszka Holland

Alla Mostra del Cinema di Venezia è il giorno di Matteo Garrone: “Io Capitano” è il quinto film italiano presentato in concorso ed era uno dei titoli più attesi dell’intera kermesse.
Al centro della trama c’è il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Vivranno una vera e propria odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

Quattro anni dopo “Pinocchio”, Garrone torna dietro la macchina da presa per firmare un lungometraggio che abbandona quelle atmosfere fantasy (presenti anche ne “Il racconto dei racconti” del 2015) e riabbraccia quel realismo tipico dei suoi primi lavori: da “Terra di mezzo” a “Gomorra”, passando per “L’imbalsamatore”.

Garrone ha dichiarato che per realizzare il film sono partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto un’esperienza simile, cercando di raccontare il viaggio dalla loro angolazione in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra prospettiva occidentale. Ed è forse proprio questo il pregio più importante di un’operazione che prova a proporre uno “sguardo africano” sul dramma della migrazione, non risparmiandosi immagini particolarmente dure, soprattutto nella lunga parte centrale in cui il protagonista finisce nel centro di detenzione.

Nonostante la brutalità generale, è anche un film di speranza “Io Capitano”, efficace nel trasmettere riflessioni di forte umanità.

Momenti onirici di grande poesia

Seppur il disegno generale sia solido ma privo di grandi guizzi, ci sono un paio di momenti onirici di grande forza poetica, capaci di farci staccare per qualche istante dal feroce realismo presente fin dalle prime battute.Scritto dal regista insieme a Massimo Gaudioso e Massimo Ceccherini, “Io Capitano” è un film che poteva essere ancora più incisivo e coinvolgente, evitando qualche calo di ritmo durante la narrazione, ma la resa complessiva è comunque nettamente positiva ed è l’ennesima dimostrazione del grande talento di Garrone.Oltre a essere bravissimo nei movimenti della macchina da presa e nella scelta delle luci e dei colori, il regista si conferma anche eccellente nella direzione degli attori e nell’inquadrare al meglio i volti e i corpi dei personaggi in scena.Il risultato è un film da vedere e far vedere anche nelle scuole: è in uscita questa settimana e vale sicuramente la pena di andare al cinema.

Fonte: Il Sole 24 Ore