Non c’è solo l’Ai generativa, l’economia del computer quantistico non smette di crescere

Dai nuovi sistemi di guida autonoma ai trattamenti medici costruiti per mappare il genoma umano fino ai modelli previsionali di eventi climatici estremi: ecco le applicazioni del computing ad alte capacità, un business da 100 miliardi nel 2040. L’intelligenza artificiale generativa, certo. Ma non solo. Un posto importante nello scacchiere dei processi di innovazione che segnerà il corso del decennio lo rivendicano anche le tecnologie quantistiche. E il motivo è presto spiegato: il giro d’affari potenziale di questo comparto dovrebbe raggiungere i 106 miliardi di dollari nel 2040, rispetto ai circa dieci consolidati a fine 2022, mentre il valore economico che il computing quantistico potrebbe andare a generare (nelle quattro industry più sensibili a recepirne i vantaggi, e cioè automotive, chimica, servizi finanziari e scienze della vita) è calcolato, nella sua proiezione migliore, in 1.270 miliardi di dollari entro il 2035.

Lo studio di McKinsey

A dirlo è un recente studio di McKinsey che ha esplorato il futuro di questo mercato mettendo sotto osservazione principalmente due dimensioni: gli investimenti nelle start up (350 le realtà innovative che popolano questo ecosistema) e la tematica dei talenti. Se guardiamo alla prima, la crescita anno su anno dei finanziamenti raccolti dalle nuove imprese della quantistica si è fermata nel 2022 all’1% ma ha toccato quota 2,35 miliardi di dollari, la cifra più alta mai raccolta fino a oggi. Nella classifica degli investimenti pubblici, invece, i dati di McKinsey parlano chiaro: la Cina sopravanza gli altri Paesi con oltre 15 miliardi di dollari spesi per lo sviluppo delle tecnologie quantistiche mentre Europa e Stati Uniti seguono con 8,4 e 3,7 miliardi rispettivamente (gli Usa hanno però annunciato investimenti nel 2022 per 1,8 miliardi contro gli 1,2 miliardi della Ue).

Il ruolo del quantum computing

Gli esperti della società americana hanno considerato tre diverse componenti e la più rilevante (il 90% del giro d’affari previsto nel 2040 deriverà da questo segmento) è il quantum computing, e quindi i sistemi che sfruttano le leggi della meccanica quantistica per fornire un miglioramento esponenziale delle prestazioni delle applicazioni di analisi dei dati e per abilitare potenzialmente contesti di calcolo completamente nuovi. Non meno importanti, anche se meno impattanti a livello economico, sono le altre due “anime” del fenomeno mappate da McKinsey: le soluzioni di quantum communications che garantiscono il trasferimento crittografato delle informazioni e il cosiddetto quantum sensing, la nuova generazione di sensori che andranno a rilevare e misurare variabili di diversa natura con una sensibilità superiore rispetto a quella disponibile oggi.

Strumento per rivoluzionarie l’industria

Facile quindi intuire perché le capacità di elaborazione dati di queste tecnologie, a maggior ragione con il boom annunciato dell’intelligenza artificiale anche in ambito aziendale, siano viste come efficace strumento per rivoluzionare intere industrie, dalla medicina fino alla finanza passando per le telecomunicazioni. L’appeal delle start up quantistiche (soprattutto quelle impegnate nello sviluppo dell’hardware, reti fotoniche e circuiti per il supercomputing) agli occhi degli investitori è dunque in aumento e non è un caso che quattro delle più importanti operazioni concluse dal 2001 a oggi siano state finalizzate lo scorso anno, toccando il punto massimo con il round da 500 milioni di dollari perfezionato dall’americana SoundboxAQ. C’è, per contro, anche un rovescio della medaglia: nel 2022 sono nate solo 19 nuove imprese specializzate in tecnologia quantistica rispetto alle 41 dell’anno precedente e il dato suggerisce che le attenzioni dei venture capital e del mondo corporate sia al momento destinato maggiormente alle realtà più consolidate e mature che non alle iniziative early stage non ancora pronte a scalare.

Ricerca in flessione

Secondo gli analisti, un possibile segnale di allarme circa la continuità di evoluzione della ricerca sulla tecnologia quantistica arriva dal numero di brevetti rilasciati nel corso del 2022, 1.589, in discesa del 61% rispetto a fine 2021. È diminuito inoltre del 5%, fra 2021 e 2022, anche il numero di articoli scientifici pubblicati sull’argomento (l’Italia si fa comunque valere e si colloca sul podio europeo), a testimonianza del fatto che la strada da percorrere è ancora lunga e che la sfida di costruire computer quantistici con un numero di “qubit” (quantum bit) sufficienti e un livello di affidabilità tale garantire elevatissime capacità di calcolo non affette da errori (la “perdita” di fotoni) o malfunzionamenti è tutt’altro che vinta.

Fonte: Il Sole 24 Ore