Il fondo saudita Pif con l’operazione Lucid Motors ha fatto bene i suoi conti

Persa la grande occasione del super rally di Tesla per avere venduto prima la sua quota del 5%, il fondo sovrano saudita Pif, potenza di fuoco da 400 miliardi di dollari di asset gestiti, al secondo tentativo pare abbia fatto centro. In fondo le auto elettriche sono il prossimo Eldorado e per qualcuno (uno a caso, Elon Musk, ma anche i suoi emuli cinesi) già lo sono, mentre altri, soprattutto le case europee, investono tanto senza arricchirsi analogamente.

Il principale fondo sovrano del Regno ha investito nel 2018 1 miliardo in Lucid Motors, il costruttore di auto elettriche basato a Newark (California) con l’accordo di andare a produrre anche in Arabia Saudita. La fabbrica dovrebbe sorgere vicino a Jeddah, sul Mar Rosso, anche se il ceo della casa automobilistica, Peter Rawlinson, ha dichiarato martedì che non ci sono scadenze a breve. Intanto dalla fabbrica Lucid di Casa Grande, in Arizona, ultimata in dicembre, non è ancora uscita un’auto (la berlina Air da 70mila dollari doveva vedere la luce in primavera ma il debutto ha subito un nuovo rinvio a fine anno se non agli inizi del 2022) ma l’operazione finanziaria di fusione con la Spac Churchill Capital IV in vista di un’Ipo nel secondo trimestre ha moltiplicato il valore di oltre 30 volte. Il fondo saudita deterrà una partecipazione del 62% in Lucid una volta completata l’acquisizione della casa automobilistica da parte del veicolo CCIV.

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La partecipazione, secondo i calcoli di Bloomberg, sarebbe valutata circa 32 miliardi, in base al prezzo corrente delle azioni di Church Capital IV. Bingo per Pif, che dovrebbe fornire ulteriori 600 milioni di finanziamenti per la società prima che l’accordo con la Spac del finanziere Michael Klein sia completato. Pif ha anche partecipato a un investimento privato di 2,5 miliardi di dollari in public equity, o Pipe, il più grande mai registrato nel suo genere.

Sotto la guida di Yasir Al-Rumayyan, Pif ha spostato le priorità di investimento dalle partecipazioni in società statali alla creazione di partecipazioni in società come Uber e Jio Platforms, società di servizi digitali controllata dal miliardario indiano Mukesh Ambani .Il rendimento degli investimenti del fondo è aumentato da circa il 3% tra il 2014 e il 2016 all’8% tra il 2018 e il 2020, secondo quanto si legge sul sito del fondo saudita.

Il fondo ha più che raddoppiato i suoi beni nei cinque anni da quando il principe ereditario Mohammed bin Salman è presidente.Gli investimenti fanno parte di una strategia che mira ad aumentare i rendimenti della ricchezza del regno, diversificando l’economia saudita e creando posti di lavoro, 276mila per il solo settore costruzioni dal 2017 e 20mila posti nel Paese, di cui 10mila figure altamente specializzate.

Fonte: Il Sole 24 Ore