Il meraviglioso mondo di Roelant Savery, il tuttofare dell’arte

La mostra “Il meraviglioso mondo di Roelant Savery” presso il Mauritshuis de L’Aja vuole finalmente far luce su questo “tuttofare dell’arte” dimenticato dalla maggior parte del pubblico e forse anche da qualche addetto ai lavori. E lo fa mostrando oltre 40 tra dipinti e disegni, compresi prestiti da musei nazionali ed esteri: una mostra piacevole e soprattutto curiosa, grazie al polimorfico talento del nostro che amava non solo spaziare tra i generi ma anche, in un certo senso, inventarli.

Paesaggi

Roelant Savery (1578-1639) nacque come lo specialista dei paesaggi ma i suoi dipinti di imponenti cascate rappresentarono un fenomeno completamente nuovo nell’arte dipinte come artista alla corte dell’imperatore d’Austria Rodolfo II, che nella splendida corte di Praga, voleva anche “collezionare” la bellezza naturale del proprio paese, comprese le montagne del Tirolo.

Nature morte floreali

Ma Savery fu anche uno dei principali pionieri delle nature morte floreali che venivano ispirate dalle tante tipologie di fiori delle immense serre del palazzo imperiale. La prima, del 1603, può essere descritta come modesta, con solo undici fiori e pochi insetti, se si pensa che nel 1624 la sua composizione comprendeva un fenomenale bouquet di 64 varietà, pullulante di farfalle, insetti e piccoli animali, per un totale di 45 specie: un virtuosismo in crescendo.

Animali e persone

Ma Savery raggiunse la sua massima fama con i suoi dipinti di animali, di cui se ne sono conservati più di 50. Il palazzo di Praga possedeva voliere, giardini di fagiani, un parco con cervi, stalle e una collezione di animali imbalsamati e, come per le nature morte floreali, l’artista li riunisce tutti in paesaggi affollati e mirabolanti dove dromedari, volpi, elefanti, orsi, leoni, cervi e cavalli convivono pacificamente, aggiungendo storie bibliche o mitologiche per rendere il tutto plausibile. Ai tempi di Savery un animale si stava già estinguendo: il leggendario dodo. L’imperatore lo possedeva imbalsamato e così Savery lo ritrasse troppo gonfio e la sua raffigurazione influenzò poi la maniera di rappresentarlo per secoli. Savery fu anche il primo artista a utilizzare persone comuni come modelli che spesso disegnava di spalle in modo che non si rendessero conto di essere immortalate, aggiungendo anche note scritte sugli abiti come promemoria per il successivo sviluppo del dipinto.

Cinque o sei disegni di alcuni fedeli in una sinagoga, probabilmente la Neualtschul di Praga, sono le prime le prime rappresentazioni conosciute di ebrei europei

Fonte: Il Sole 24 Ore