In arrivo la carica dei 200 Leader della sostenibilità 2022

I punti chiave

  • Oltre 22mila i dati analizzati di 1.500 imprese
  • Il 65,5% dei campioni sono grandi aziende, il 26% medie, il 6% piccole
  • Performance in netto miglioramento rispetto al 2021

Attesa, temuta, festeggiata, celebrata, anche odiata (dagli assenti): la lista dei Leader della sostenibilità 2022 Il Sole 24 Ore – Statista è pronta ad essere diffusa (il 18 maggio online e in edicola, nel Rapporto allegato al quotidiano). La prima edizione, nel 2021, aveva fatto discutere per alcune assenze vistose tra le imprese selezionate dal team di ricerca in Germania, coordinato da Marco Paciocco.

Non mancano i motivi di interesse anche per il ranking 2022 delle società che hanno rendicontato nel modo più efficace, trasparente e completo i loro progressi su una quarantina di parametri che descrivono le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Aziende che hanno orientato la loro strategia ai criteri Esg (Environmental, social, governance), attentamente monitorati adesso da investitori, clienti, consumatori, stakeholder, business partner, banche, assicurazioni, istituzioni, organi di controllo e governo dei mercati e dei settori regolamentati.

«Abbiamo individuato 1.500 aziende potenzialmente rilevanti e considerato anche le candidature delle imprese che hanno risposto al bando online (soprattutto Pmi, che costituiscono un terzo della lista finale) – spiega Marco Paciocco -. Il team di ricerca ha analizzato oltre mille tra bilanci di sostenibilità, report integrati e relazioni finanziarie, raccogliendo circa 22mila dati pubblici su una quarantina di indicatori. Il punteggio finale è la somma degli score nelle tre aree della sostenibilità».

Fra i Leader della sostenibilità 2022 sono numerose le società dei settori più regolamentati, a partire dalle banche (14,5% delle presenze). Seguono le imprese del comparto energia (11%). Anche le principali società pubbliche sono nella lista. Spiccano, come l’anno scorso, Cassa depositi e prestiti, che ha fatto della sostenibilità “la” priorità, e le società sue partecipate. Quanto alle dimensioni, il 65,5% dei Leader della sostenibilità 2022 sono grandi imprese, oltre i 250 milioni di fatturato, il 26% sono medie (tra i 50 e i 250 milioni), il 6% piccole (tra 10 e 50 milioni), mentre sono appena il 2,5% le microimprese.

«Tutte le Leader, grandi e piccole, hanno in comune un forte impegno verso la sostenibilità, in particolare verso l’ambiente e i consumatori – racconta Paciocco -. Come nel caso di Davines, realtà italiana del settore della cosmetica, azienda certificata B Corp e fondatrice della B Corp Beauty Coalition: un gruppo di imprese internazionali con l’impegno concreto di aiutare la comunità e ridurre l’impatto ambientale. Abbiamo registrato alcune interessanti storie anche nel settore alimentare, come Fratelli Carli e Farchioni Olii (molto attive sulle certificazioni) e Riso Gallo, con i suoi prodotti certificati dal programma internazionale Friends Of The Earth. Anche questa volta, Leader della sostenibilità dà spazio a realtà più piccole ma altrettanto interessanti e innovative. È il caso di Osai Automation System, con 30 milioni di fatturato in Italia e una tecnologia rivoluzionaria nell’automazione per la produzione di semiconduttori in carburo di silicio, materiali impiegati dai grandi player della mobilità elettrica (Tesla tanto per dirne uno); oltre a favorire la mobilità sostenibile, la società lavora con sistemi efficienti che riducono notevolmente gli sprechi e riciclano tutto il possibile».

Fonte: Il Sole 24 Ore