India, focolaio del virus Nipah: rischio di una nuova pandemia?

L’India sta adottando misure urgenti per fermare la trasmissione di un virus raro ma mortale che si diffonde dai pipistrelli agli esseri umani. È l’anticamera di una nuova pandemia? La storia di Nipah, virus a Rna comparso per la prima volta in Malesia nel 1998, farebbe escludere questa possibilità, in quanto fino a oggi non si trasmette facilmente.

Diffusione non facile

«Nonostante il suo potenziale letale, il virus Nipah non si diffonde così facilmente tra le persone come fanno altre infezioni di origine animale, il che rende meno probabile la sua diffusione oltre i confini nazionali – afferma Danielle Anderson, virologa del Royal Melbourne Hospital in Australia – non mi aspetto che si diffonda a livello globale nella misura di ciò che abbiamo visto con Covid-19».

Anche per Christopher Broder, specializzato in Malattie infettive emergenti presso la Uniformed Services University Medical School di Bethesda, nel Maryland «l’alto tasso di mortalità del virus offre meno opportunità di diffondersi rapidamente tra le popolazioni» e aggiunge che «il ceppo circolante in Kerala non è cambiato molto da quando è emerso per la prima volta più di due decenni fa in Bangladesh, anche se le future epidemie potrebbero essere più grandi se si trasformasse in un ceppo più lieve ma più contagioso. Ed è probabile che esistano già varianti che non sono state ancora rilevate».

Alcuni scienziati, però, temono che l’epidemia indiana – la quarta a colpire il Kerala in cinque anni – e quindi la maggiore diffusione delle infezioni tra le persone possa portare il virus a diventare sempre più contagioso: «Ogni epidemia offre all’agente patogeno l’opportunità di modificarsi».

Rischi dagli animali infetti

In effetti, anche se il valore R di Nipah (fattore che misura la diffusione del contagio in una popolazione) è basso (circa 0,33, il che significa che è improbabile che l’infezione si diffonda lontano dalla sua fonte animale), se gli animali infetti dovessero essere trasportati nelle grandi città, l’aumento della densità di popolazione aumenterebbe il rischio di trasmissione da persona a persona che potrebbe consentire al virus di evolversi, innescando nel tempo una nuova pandemia. Uno scenario che abbiamo già visto.

Fonte: Il Sole 24 Ore