I«vini» italiani con poco alcol (o senza) sfondano negli Stati Uniti

Anche Cavit sul mercato Usa

Al secondo posto nel segmento dei vini NoLo made in Italy sul mercato Usa Roscato Wine vini rosso dolce prodotto dalla cooperativa trentina Cavit. Un’etichetta che è seconda ma solo sulla carta perché con un’unica referenza ha realizzato, in nove mesi, un giro d’affari negli Usa di 43,5 milioni di euro. Anche questi numeri da capogiro.

Le norme italiane e nessuna «legge di purezza» in Usa

Insomma, un terzo del fatturato dell’export italiano di vino è realizzato da prodotti che per la legge italiana neanche si potrebbero chiamare vino. Il Testo Unico sul Vino (legge 238 del 2016) prevede infatti che perché un prodotto si possa chiamare vino debba avere un titolo alcolometrico minimo (ovvero un contenuto di alcol) non inferiore a 8 gradi. Va però chiarito: non c’è nulla di illegale in tutto questo. Tali prodotti, con gradazione inferiore agli 8 gradi, non sono commercializzati in Italia ma sono esportati in mercati, come appunto gli Stati Uniti, dove non sussiste una “legge di purezza” simile a quella italiana.

A chiudere lo scenario dei vini NoLo italiani negli Usa il segmento dei dealcolati o alcol free. Una nicchia che ha sfiorato nei primi 9 mesi del 2023 nella Gdo Usa i 3 milioni di euro segnando però un progresso del 31% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il totale settore dei vini senz’alcol alcol negli Stati Uniti ha raggiunto un giro d’affari di 41,7 milioni di euro in crescita del 22 per cento.

Unione italia vini: un fenomeno su cui riflettere

Insomma, mentre in Italia esultiamo per i grandi risultati registrati dal vino convenzionale e certificati dall’annuale classifica di Wine Spectator – che nel 2023 ha premiato ancora una volta un vino italiano (il Brunello di Montalcino di Argiano), eletto miglior vino al mondo – la realtà del mercato segnala che sono in atto trend importanti relativi a prodotti non convenzionali.

«Colpisce – ha commentato il segretario generale dell’Unione italiana vini, Paolo Castelletti – il peso assunto sul mercato Usa da Stella Rosa, il brand statunitense che commercializza prodotti low alcol con aromi alla frutta provenienti dall’Italia e in particolare dal Piemonte. Un fenomeno che deve far riflettere la nostra filiera, perché è la sintesi delle potenzialità multitarget del vino in una fase di forte transizione dei trend di consumo. Il modello italiano – ha aggiunto Castelletti – rimane chiaramente quello tradizionale dell’alta qualità e del sistema delle denominazioni, ma ciò non esclude l’apertura verso forme produttive più “laiche”, con “contaminazioni” che assecondino una domanda giovane sempre più disimpegnata e spesso attenta al grado alcolico. Il player statunitense, sfruttando anche il brand Italia, negli ultimi 7 anni ha aumentato il proprio business del 500% e non è certo un caso».

Fonte: Il Sole 24 Ore