Generali Re, focus su logistica e hotel per arginare il nodo degli uffici

Secondo Mazzocco la paura del Covid, e quindi l’elevata quota di dipendenti in smart working, è rientrata. Una convinzione che non è di tutti, basta vedere quanti uffici sono ancora semi-vuoti. «Ci sarà una sempre maggiore polarizzazione tra immobili di qualità e asset meno appetibili e tra location forti e destinazioni di secondo piano», commenta, sottolineando che si è affacciata sul settore una nuova nube legata all’intelligenza artificiale e alla trasformazione del terziario che ne deriverà.

«Stiamo procedendo con l’attività ricorrente di rotazione degli immobili – spiega -, un continuo affinamento del portafoglio uffici fatto di acquisti, ristrutturazioni e anche vendite. I lavori di ristrutturazione oggi sono la parte più importante perché avendo immobili in ottime posizioni e di qualità vale la pena ristrutturarli». Alla domanda se valutano vendite risponde «dipende, è al 98% l’occupancy sugli uffici, ottime fonti di cashflow». Ma non nega che bisogna prevedere come saranno gli spazi nel 2030, una sfida non facile. «Il portafoglio complessivo è investito per il 33% in Francia (Ile de France), 22% in Italia (a Milano e in parte a Roma), il 18% in Germania e poi l’8% in media in Spagna, Polonia, Regno Unito e così via».

Il gruppo sta allestendo fondo europeo di ospitalità con 12 hotel, in Italia a Venezia e Roma, all’estero a Vienna. Sono strutture che arrivano da Cattolica.

«I nostri fondi paneuropei investono in un solo settore e sono diversificati geograficamente nelle città più importanti in Europa», continua Mazzocco.

Dal repricing in atto, al ribasso, possono scaturire occasioni di acquisto, ma bisogna vincere la cautela. Al momento i capitali che lasciano il real estate non cercano altre tipologie di investimento, ma una sorta di parcheggio temporaneo in vista di tempi migliori. Generali Re invece si muove. Nella primavera scorsa ha acquisito con Ece un centro commerciale a Monaco di Baviera e oggi guarda a Trieste, dove starebbe per acquistare Palazzo Carciotti, prima sede storica del gruppo assicurativo da ripensare adesso come mix hotel, uffici e negozi, mentre a Milano sta completando la riqualificazione del palazzo di Piazza Cordusio dove a breve inaugurerà l’hotel Meliá.

Fonte: Il Sole 24 Ore