La discesa dell’inflazione in Germania si ferma: è stabile in aprile

La discesa dell’inflazione in Germania si è arrestata in aprile, registrando un +2,2% su anno: il dato preliminare stimato dall’istituto federale di statistica Destatis è allo stesso livello di marzo.

La buona notizia è che i prezzi dell’energia in aprile 2024 sono stati inferiori dell’1,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, nonostante l’interruzione del freno ai prezzi dell’energia a partire da gennaio 2024 e la fine della riduzione temporanea dell’IVA (dal 19 al 7%) per il gas e il riscaldamento da aprile. Per contro i prezzi dei beni alimentari sono saliti in aprile dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2023. L’impatto delle festività pasquali che solitamente esercitano una pressione al rialzo sui prezzi quest’anno è stata in marzo e solo Pasquetta il primo aprile.

Sebbene la stima di aprile sia leggermente migliore rispetto al +2,3% atteso dagli economisti e dai mercati, il fatto che l’inflazione non sia calata dopo tre mesi consecutivi (dopo +3,7% nel dicembre 2022, è scesa in gennaio a + 2,9%, febbraio +2,5%, marzo e aprile +2,2%) lascia aperti molti punti interrogativi sul futuro dell’andamento dei prezzi in Germania.

Gli economisti di Commerzbank prevedono che il tasso di inflazione core si stabilizzerà intorno al 3% nei prossimi mesi: le aziende del settore dei servizi, in particolare, trasferiranno il massiccio aumento dei costi salariali ai loro clienti. «Il fattore principale che guiderà gli sviluppi nei prossimi mesi sarà la misura in cui le aziende riusciranno a trasferire i maggiori costi salariali ai loro clienti – spiegano -. Il recente slancio all’insù a breve termine più forte nei prezzi dei servizi mostra che le aziende hanno iniziato a trasferire i costi salariali ai clienti e questo continuerà nei prossimi mesi. Per questo il tasso di inflazione core si dovrebbe stabilizzare intorno al 3%».

Secondo Fritzi Köhler-Geib, capo-economista di KfW (Cdp tedesca), «permangono rischi per il tempestivo raggiungimento dell’obiettivo di inflazione (ndr. 2% sul medio termine). Un fattore decisivo sarà il modo in cui la debole crescita della produttività, unita a forti aumenti salariali, determinerà la pressione economica complessiva sui prezzi».

Fonte: Il Sole 24 Ore