La frenata di Berlino sui mobili: export giù del -10%

Mobili: -10%. Il dato Istat dell’export italiano verso la Germania del primo bimestre del 2024 è impietoso e fotografa in modo inequivoco la frenata del primo mercato estero di sbocco per la nostra economia. In decisa controtendenza rispetto a mercati esteri che invece per il settore riescono a tenere (-0,7%), con quasi 1,8 miliardi di vendite di mobili nel mondo tra gennaio e febbraio.

Meno tonica Berlino, come detto, per effetto in particolare della crisi del settore immobiliare e dell’edilizia, con i nuovi permessi di costruire in caduta a doppia cifra ormai da molti mesi a riverberarsi in modo diretto sul business di molti espositori del Salone del Mobile, che con varia intensità e poche eccezioni lamentano difficoltà nella domanda tedesca.

«Il rallentamento è visibile – spiega l’ad di Flexform Matteo Galimberti – e oltreconfine la Germania è tra i mercati che soffre maggiormente. I buyer tedeschi sono qui al Salone, come ogni anno, ma li vedo tutti un poco più “tranquilli”. Ad ogni modo, anche se la Germania vale l’8% dei nostri ricavi, stiamo sperimentando progressi altrove. E infatti l’obiettivo di crescere, arrivando a 100 milioni di fatturato, al momento è ancora confermato».

La forza di queste aziende, dei mobili e dell’arredo ma non solo, è in effetti la grande diversificazione geografica, presenza in più mercati (per Flexform l’export vale l’80% dei ricavi) che consente in parte di compensare le difficoltà di un singolo paese.

«La Germania? Per noi – spiega ad esempio Marco Zucchetti – conta relativamente poco». L’imprenditore della rubinetteria novarese, 30 milioni di ricavi, vede ancora una crescita nel 2024 grazie alla divisione contract. «I Paesi Arabi vanno alla grande – spiega l’imprenditore – e infatti qui al Salone del Mobile stiamo incontrando molti architetti che stanno lavorando su questi maxi-progetti».

Fonte: Il Sole 24 Ore