La nuova vita dei distributori automatici tra big data e app

Se il consumatore ignora il distributore automatico una notifica sul telefonino gli ricorderà che nelle vicinanze c’è una postazione, pronta all’uso, con una gamma di prodotti ampia e conveniente. È questo il fenomeno a cui assisteremo nei prossimi anni: un cambiamento radicale delle abitudini di consumo e una maggiore interazione con delle macchine considerate, a torto, primitive.

«La nostra cabina di regia, la sala dove si controllano i distributori da remoto, per monitor e tecnologia assomiglia al centro controllo della Nasa», afferma Massimo Trapletti, presidente di Confida (associazione italiana distribuzione automatica) e di Bianchi Industry, azienda di Zingonia (Bergamo) che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 55 milioni di euro.

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Il peso della pandemia

Il settore delle vending, che vede l’Italia leader a livello europeo con 3mila imprese, 30mila lavoratori e 820mila macchine installate, ha però risentito degli effetti dei lockdown (-30% nel fatturato rispetto al 2019). A dimostrarlo due dati forniti dall’Eva (European vending association): l’80% dei distributori si trova nei luoghi di lavoro e la limitata presenza di persone in scuole, aeroporti e stazioni ha portato a una contrazione delle vendite fino al 60 per cento. Solo il 14% degli operatori prevede di avere lo stesso giro d’affari dell’anno precedente. Il servizio di erogazione però non si è mai fermato, come gli investimenti. Sono nate soluzioni per rassicurare il consumatore sull’igiene e agevolare il lavoro di manutenzione facendo ricorso a telegestione e Iot.

Hi-tech e digitale

Il gruppo Evoca di Bergamo, leader nella produzione di macchine professionali per il caffè, che esporta in 140 Paesi con un fatturato di 463 milioni, vede nella ripresa delle fiere e nella R&D le chiavi per superare un anno pesante. «Negli ultimi mesi – racconta Michele Zeroli, Vp strategic marketing – ci siamo attivati per implementare i nostri servizi con pagamenti touchless via app e bluetooth, rimodulando l’offerta con prodotti personalizzabili, premium e console evolute. Un caffè si può bere in decine di modalità diverse e in cinque tipologie di bicchieri. Il tè? Viene erogato da infusione di foglie e non con miscelati già pronti». La prossima frontiera è legata a nuove forme di welfare aziendale: locker refrigerati per la spesa e macchine con piatti pronti».

L’industria 4.0 è già qui. Come conferma Luca Passarella di Bianchi Industry: «Il nostro motto è “design your break” e questo vuol dire macchine sempre connesse, piattaforme Iot che prevedono le anomalie, software per il gaming e altre funzioni che intrattengono il cliente e aumentano il consumo medio. La monetizzazione di tipo analogico è alle spalle. Dobbiamo pensare a sfruttare i Big data utili, ad esempio, per le aziende che vogliono testare un prodotto prima del lancio».

Fonte: Il Sole 24 Ore