La Russia che non ha paura sfila per Navalny

Non hanno dimenticato le parole che Aleksej Navalny pronunciò il 17 gennaio 2021, al suo ritorno a Mosca, pochi minuti prima di essere arrestato: «Io non ho paura. Non abbiate paura nemmeno voi». Lo hanno ascoltato: è con quelle stesse parole che hanno accolto l’arrivo del corteo funebre nella cattedrale dedicata all’icona della Madre di Dio Consolatrice. Scandendo tra gli applausi il nome che Vladimir Putin non ha mai pronunciato in pubblico e che il regime avrebbe voluto cancellare, insieme alla sua vita, e ora alla sua memoria.

Ma quando, fin dalle prime ore del mattino di venerdì, una fila sempre più lunga di persone si è allineata lungo le transenne sistemate intorno alla chiesa del quartiere Maryno, dove abitava la famiglia Navalny, e poi lungo il percorso seguito fino al cimitero Borisovskij, è apparso chiaro che il tentativo di soffocare i funerali di Navalny era fallito. Non sono stati loro ad avere paura, ma il regime.

Coda sempre più lunga

La fila sul marciapiede si allungava sempre di più, malgrado gli avvertimenti, le intimidazioni, la totale assenza di informazioni sui media di Stato, la giornata lavorativa; malgrado le barriere, le telecamere di sorveglianza installate in tutta fretta il giorno prima, le colonne di autobus e furgoni delle forze dell’ordine, e malgrado la consapevolezza di poter essere fermati in ogni momento per aver preso parte a una manifestazione non autorizzata, o di aver espresso solidarietà a un estremista. Nei giorni precedenti, la stessa Yulia Navalnaya li aveva avvertiti: c’è il rischio di provocazioni, e di una nuova ondata di arresti. Il filo che separa una cerimonia funebre da un raduno di protesta è sottilissimo.

Gli slogan contro Putin

Ma viene da chiedersi: quanti sarebbero stati, in un regime libero, senza tutte quelle restrizioni? Nei giorni scorsi bastava posare un fiore davanti a un memoriale per rischiare l’arresto. Dopo l’arrivo del feretro, davanti ai cancelli della cattedrale gli applausi si sono uniti a slogan sempre più coraggiosi: «Non perdoneremo, non dimenticheremo». E poi: La Russia sarà libera», «No alla guerra!», «Amore senza terrore!». Per arrivare là dove ormai da tempo – dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel 2022 – non era più stato possibile arrivare: «Russia senza Putin!», «Putin assassino!», «Libertà ai prigionieri politici!», si è messa a scandire la gente mentre il corteo funebre si dirigeva verso il cimitero.

Nella cattedrale, dove non è stato consentito di entrare neppure ai diplomatici – per l’Italia l’incaricato d’affari Pietro Sferra Carini, insieme all’ambasciatrice americana Lynne Tracy, agli ambasciatori di Francia e Germania, a una delegazione dell’Unione Europea – la cerimonia ha dovuto essere «più rapida possibile». Ma fuori la gente era sempre più numerosa. Si sono incamminati per accompagnarlo, attraversando il ponte sulla Moscova, sfilando con i garofani in mano davanti agli Omon delle forze speciali.

Fonte: Il Sole 24 Ore