La vita dei legionari conquista gli inglesi

Le legioni romane hanno riconquistato Londra: una mostra al British Museum che racconta la vita quotidiana dei soldati dell’Impero sta avendo un successo straordinario. E’ ricca di reperti rari, alcuni mai visti prima, magnificamente organizzata e studiata in ogni dettaglio con il rigore accademico che è lecito attendersi dal grande museo londinese.

Claudio Terenziano

Il suo successo però è dovuto anche al modo in cui rivela il lato umano della storia, raccontando le vite di tutti i giorni dei soldati. Uno in particolare: l’eroe della mostra, per così dire, è Claudio Terenziano, nato in Egitto, allora una delle numerose province dell’Impero.Tra i 300mila soldati che presidiavano il vasto impero, in gran parte anonimi e dimenticati, Terenziano è stato scelto perchè è possibile sapere molto di lui: sono state preservate infatti le numerose lettere che lui ha scritto alla famiglia durante le lunghe campagne che lo portavano lontano.

Traiano e Adriano

Terenziano, che ha servito durante il regno degli imperatori Traiano e Adriano, scriveva a casa per chiedere vestiti, rifornimenti e armi, e per raccontare le sue vicende, sul campo di battaglia o a sedare rivolte come quella degli ebrei ad Alessandria d’Egitto nel 115 d.C. I soldati dovevano pagare armi e armatura di tasca propria, ma potevano contare su uno stipendio regolare. L’incentivo a darsi da fare era notevole: la promozione comportava un aumento di stipendio del 50%. Diventare centurione, poi, significava guadagnare 15 volte quanto un soldato ordinario e poter tramandare l’onore al proprio figlio.Reclutato inizialmente come marinaio, il gradino più basso, Terenziano è riuscito poi a diventare legionario, aiutato anche dal fatto che sapeva leggere e scrivere. Nelle sue lettere il povero soldato si lamenta che a furia di marce forzate consumava due paia di scarpe ogni mese. In una teca ci sono esempi, miracolosamente sopravvissuti nei secoli, di calzini di lana rossi e di calzature di cuoio del tipo indossato dai soldati.

I furti subìti

Un’altra lamentela è per i furti subìti, da parte di altri soldati e anche di alcuni superiori, e per le condizioni igieniche non proprio ideali: tra i reperti trovati, sono numerosissimi i pettini per eliminare i pidocchi. Uno dei reperti più preziosi invece è il lungo scudo curvo che serviva per creare la celebre formazione a testuggine della fanteria romana: è l’unico rimasto al mondo, intatto, trovato in Siria, ricoperto di pelle rossa e decorato con immagini di leoni e un’aquila con una corona d’alloro in testa.

La morte

La morte era un’ombra onnipresente nella vita di questi soldati, e non solo una fine gloriosa sul campo di battaglia. Due degli scheletri in mostra sono di soldati uccisi dai ribelli a Canterbury, un altro di un soldato crocefisso, con ancora il chiodo conficcato nel piede, punito probabilmente per avere disertato. In media, solo un soldato su due riusciva a servire per i 25 anni necessari per arrivare all’età della pensione. Chi aveva la fortuna e l’abilità di sopravvivere aveva molti benefici: cittadinanza romana, soldi e onori. Come il nostro eroe, Terenziano, che ricevette un lauto bonus di 120 aurei, monete d’oro, equivalente a dieci anni di stipendio, e tutti i diritti e privilegi della cittadinanza di Roma, trasferibili anche a moglie e figli. Nel contratto di acquisto di un pezzo di terra, questo soldato romano che non aveva mai messo piede a Roma viene descritto come “un uomo ricco di mezzi”. Ogni nobile romano era tenuto a servire come soldato part-time, ma il successo dell’impero è stato dovuto all’esercito di soldati di professione, provenienti da terre lontane. La straordinaria macchina bellica di Roma funzionava grazie ai soldati stranieri, come Terenziano.

Fonte: Il Sole 24 Ore