L’assegno unico sale del 5,4%: importo massimo a quota 199 euro al mese. E a febbraio arriva il conguaglio

Gli importi dell’assegno unico e universale per i figli a carico spettanti per l’annualità 2024 e le soglie Isee saliranno nel 2024 del 5,4%. Lo precisa l’Inps in un messaggio nel quale ricorda che si tratta dell’adeguamento annuale alle variazioni dell’indice del costo della vita, ossia dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. L’importo massimo spettante passa da 189,2 a 199,4 euro ed il minimo sale da 54,10 a 57 euro (con arrotondamento).

Assegno unico sale del 5,4% nel 2024

In considerazione della data in cui è stato pubblicato il comunicato Istat sull’indice di adeguamento del 5,4% il pagamento dell’Assegno unico per il mese di gennaio 2024 è stato effettuato sulla base dei valori del 2023. «A partire dal mese di febbraio 2024 – spiega l’Inps – l’Assegno unico viene pagato correntemente utilizzando i nuovi valori; inoltre, la rivalutazione dell’importo dell’AUU già pagato nel mese di gennaio 2024, utilizzando i valori dell’anno 2023, sarà conguagliata con la mensilità di febbraio 2024».

Introdotto a marzo 2022 l’assegno unico ha sostituito il premio previsto per le nascite o le adozioni, gli assegni per il nucleo familiare , il bonus bebè e le detrazioni fiscali per i figli. Quindi, via tutte le somme oggi riconosciute o anticipate dal datore di lavoro in busta paga, per far posto a un solo assegno. sotto i 21 anni.

Gestione esclusiva affidata all’Inps

La gestione dell’assegno unico è di esclusiva competenza Inps e il datore non viene coinvolto. Si tratta di un’estraneità ancor più marcata rispetto all’assegno per il nucleo familiare; infatti, mentre per quest’ultimo il coinvolgimento del datore era previsto per l’erogazione nel cedolino di paga, per il neonato assegno pensa l’Inps anche a pagare. Ogni eventuale disservizio o anomalia dovrà, quindi, essere gestita dal lavoratore direttamente con l’Istituto.

Isee ininfluente per l’importo minimo

Il nuovo assegno viene pagato a tutte le famiglie che hanno figli fino a 18 anni. Il limite di età sale a 21 anni nel caso in cui il giovane sia dedito a studi e/o tirocini ovvero lavori ma con un reddito complessivo annuo inferiore a 8.000 euro, anche se è disoccupato o sta svolgendo il servizio civile universale.

Fonte: Il Sole 24 Ore