Le Filippine: un’opportunità nell’immediato oppure è meglio aspettare?

La maggior parte degli Italiani conosce le nazione delle Filippine per le sue spiagge tropicali, spettacolari scenari naturali e la popolazione amichevole ed artistica, ma anche per i periodici disastri naturali, la sua diaspora all’estero e le complesse situazioni di governo. Le Filippine hanno una storia antichissima, con stanziamenti locali fino all’arrivo di Magellano nel 1521: diverse ondate di colonialismo spagnolo unificarono vari insediamenti nell’attuale denominazione delle Filippine con le sue 7.000 isole fino al 1898, quando passarono sotto il controllo degli Stati Uniti in seguito alla vittoria nella guerra contro la Spagna. Dopo una breve occupazione del Giappone nel 1942, l’attuale repubblica venne formata nel 1946 con il Trattato di Manila.

La comprensione del percorso storico è fondamentale per capire la mentalità e le dinamiche delle Filippine di oggi e le complessità della sua popolazione di più di 100 milioni di abitanti. L’economia è cresciuta del 3,6% annuale negli ultimi vent’anni, accelerando di recente e con il potenziale per fare ancora meglio visto che il Pil pro capite è ancora basso (circa 8.000 dollari Usa a Purchasing Power Parity). Le Filippine sono al numero 115 nella graduatoria mondiale davanti al Vietnam (126) ma dopo Indonesia (99), Tailandia (74) e ovviamente Italia (30).

Dominata dal terziario per il 60%, l’economia conta l’industria al 30% (alimentare, cemento, ferro, acciaio) e poi c’è l’agricultura che conmeno del 10% impiega un quarto della popolazione. Un alta percentuale di terziario normalmente indica un’economia avanzata, ma nel caso delle Filippine ci sono due importanti componenti dei servizi.

La prima è quella moderna rappresentata dai BPO (Business Process Outsourcing, principalmente “call centers” dove le Filippine sono sviluppatissime): i 450,000 studenti che si laureano ogni anno costituiscono un vasto bacino di talento non solo per le funzioni accounting and payroll, ma anche per customer service; è comune vedere i grattacieli di Manila illuminati nel mezzo della notte con un economia sottostante di 7-11 e ristoranti specializzati nel servire questi lavoratori notturni.

La seconda è quella tradizionale rappresentato dai “sari-sari”, la versione locale del “mum & pop store”, botteghe familiari che vendono una selezione di beni alimentari e di prima necessità con formati più economici: ce ne sono oltre 800.000 lungo le strade e zone residenziali in tutta la nazione. Le Filippine hanno anche un’incredibile diaspora di 10 milioni di persone, che includono almeno 2,2 milioni di OFPs (Overseas Filipino Workers) le cui rimesse ammontano a 30 miliardi di dollari all’anno, il 10% del Pil.

Fonte: Il Sole 24 Ore