Leclerc mette fine al ciclo negativo e conquista il Gran Premio di Austria

Seconda vittoria Ferrari di fila, questa volta in Austria, letteralmente in casa Red Bull, davanti a un pubblico di tifosi completamente ‘arancioni’, nonostante la ‘sprint race’ a favore del campioncino olandese. Non è detto sia riaperta la lotta al mondiale ma almeno la soddisfazione è grande. La competitività sta tornando e la reazione di Maranello è da segnare sul calendario. Solo un mese fa, infatti, pochi avrebbero scommesso sulla possibilità di vedere di nuovo, almeno uno dei due, di nuovo sul gradino più alto.

Insomma: dopo una forte frustrazione a Silverstone, la gara austriaca di oggi 10 luglio di Leclerc è stata ben sintetizzata dal muretto con “amazing job, no words”. Insomma Charles oggi ha gettato via, quasi in un colpo di spugna, i fantasmi dell’inaffidabilità degli ultimi mesi. Quasi, però, non del tutto.

La gara

A ben vedere, infatti, ha sudato freddo. Anche troppo. Restano grandi inconvenienti tecnici, fra l’altro a carico di entrambe le vetture, ma almeno non ci ha messo lo zampino la malasorte. E tutto ha funzionato bene anche al muretto, a partire dall’esecuzione del cambio gomme, nelle strategie del numero e tipo di pit stop. Comunque Charles ha stretto davvero lo stomaco fino all’ultimo, perché la sua paura, trasmessa in mondovisione, è emersa negli ultimi giri a causa di un acceleratore bizzarro. Non sono più tempi in cui un cavo d’acciaio attivava una ‘farfalla’: no, ora la Formula 1 ha tanta, tantissima elettronica, e quando qualcosa sembra non funzionare, la situazione potrebbe precipitare molto rispetto a un’era più meccanica e analogica. Però per fortuna Charles ce l’ha fatta: ha portato la sua rossa un metro oltre al traguardo. Al contrario di Sainz, il quale fino a un certo punto sembrava capace di poter contribuire a una bella doppietta, per poi scendere al terzo posto e infine dare forfait a causa di un incendio quando mancavano 14 giri al termine.

Il podio

Leclerc, Verstappen, Hamilton, quindi, l’ordine definitivo del podio. Una maledizione di cinque gran premi fuori dai primi tre, aggravata da due ritiri molto pesanti, non ha tolto il secondo posto nel mondiale al ferrarista, che ora si trova a 38 lunghezze da Verstappen e a ben 19 sopra a Perez, oggi ritirato a causa di un contatto di Russell: all’inglese è costato solo cinque secondi di penalità, al messicano il lecito incidente di gara tuttavia ha comportato una scivolata sul ghiaione e un ritiro inesorabile. Qualcosa di sportivamente non raro e comunque tollerabile. Specie considerando che la sua sorte ci ha visto bene: i 18 punti che ancora conserva su Sainz Jr. sono veramente ‘regalati’, perché lo spagnolo non aveva il ‘piede’ della vittoria come domenica scorsa, ma senz’altro con il secondo o il terzo posto che avrebbe meritato, la posizione in classifica di Perez sembrava ormai conquistata. Le fiamme vive del giro 57 però hanno messo fine a ogni sogno.

La classifica

A guardare la classifica, inoltre, bisogna fare i complimenti anche a Russell che, zitto zitto, continua in una serie positiva che lascia ben sperare per il suo futuro. Dopo 11 gare completate nella massima serie quest’anno, tolto un ritiro molto doloroso davanti al pubblico di casa, in Gran Bretagna, mostra un range di posizioni di primo piano: nelle precedenti dieci tappe, infatti, è arrivato sempre fra il terzo e il quinto posto. Una costanza che lo mette davanti di ben 19 punti rispetto al suo compagno di squadra Hamilton: il sette volte campione, tuttavia, dopo alcune gare di difficoltà, ha ricominciato a correre senza eccessive ambizioni ma con regolarità, tanto da conquistare oggi il terzo podio (da terza posizione) in fila. Certo, è strano vederlo al sesto posto nella generale, ma almeno da oggi entra anche nel ‘club’ dei piloti più in alto in ranking che hanno già raggiunto i punteggi a tre cifre.

Fonte: Il Sole 24 Ore