L’Inter vola, ma piano con i troppi elogi. Il Milan a un punto dalla Juventus

Vogliamo dirlo? L’unica vera minaccia per l’Inter, sono gli entusiastici giudizi dei commentatori cominciando naturalmente dai noi giornalisti per arrivare agli ex calciatori e agli ex allenatori.
Salire sul carro dei vincitori (salvo scenderci al primo inciampo) è un vecchio vizio degli italiani, ma sul calcio siamo ormai fuori controllo. Perfino Arrigo Sacchi, che di solito non ne risparmia una, dopo l’emozionante successo sulla Roma (2-4) è diventato uno dei più sfrenati cantori della squadra di Inzaghi.

«Suggerisco tre parole che definiscono perfettamente l’Inter: forza, esperienza, tecnica…» scrive il carismatico guru di Fusignano addolcendo la sua abituale severità.

Non pago Arrigo aggiunge un altro zuccherino: «Inzaghi si sta avvicinando a quella figura di stratega necessaria per conquistare la Champions…».

Intendiamoci: non ce l’abbiamo su con Sacchi, uno dei pochi allenatori che hanno veramente dato una svolta al calcio moderno. Assolutamente no. Quello che però dovrebbe preoccupare l’Inter, e soprattutto Inzaghi, è questa corsa all’applauso a prescindere, questo totale appiattimento di ogni senso critico.

Lo stesso Inzaghi, l’anno scorso spesso messo sulla graticola per prudenze non proprio da cuor di leone, adesso, senza aver ancora vinto lo scudetto, è un deus ex machina della panchina. Celebrato perfino quando (per squalifica) sulla panchina non siede. Come sabato nell’intervallo della sfida all’Olimpico, con la Roma in vantaggio per 2-1. Le cronache narrano che Inzaghi abbia chiamato al telefono i suoi giocatori strigliandoli a dovere per le loro indecisioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore