Liste d’attesa nella sanità, Altroconsumo: 9 intervistati su 10 hanno problemi con le prenotazioni e la metà si rivolge ai privati

La situazione delle liste d’attesa nel Servizio sanitario nazionale non mostra segni di miglioramento: attese troppo lunghe, strutture ospedaliere troppo lontane, difficoltà con i Cup e, troppo spesso, agende di prenotazione bloccate. È quanto emerge dall’indagine condotta da Altroconsumo su oltre 1.100 cittadini aderenti ad ACmakers, la community che collabora alle ricerche dell’associazione. In 950 hanno avuto difficoltà nel prenotare una visita o un esame nel corso dell’ultimo anno. Molti si vedono costretti a rivolgersi ai privati con costi elevati oppure a rinunciare alle cure.

Ma quali sono più nello specifico i problemi riscontrati? Innanzitutto, per 2/3 degli intervistati, le attese troppo lunghe, spesso oltre le urgenze indicate sulla ricetta, ma per tanti anche le strutture ospedaliere troppo lontane; oppure appuntamenti che non sono proprio disponibili, per via delle agende di prenotazione chiuse (fenomeno peraltro illegale). Ma non solo: Cup difficili da contattare, ricette che scadono, controlli che saltano.

Le visite e gli esami più problematici

Gran parte dei problemi si sono registrati con le visite specialistiche (per 2/3 delle segnalazioni ricevute): in particolare, le visite più citate sono quella oculistica (circa 180 segnalazioni) e dermatologica (circa 100, per lo più riguardanti il controllo dei nei). Tra gli esami più segnalati le ecografie soprattutto dell’addome, della tiroide, della mammella e della spalla (circa 150), risonanze magnetiche, Tac (circa 100) e gastroscopia (circa 25). Altroconsumo sottolinea che visite oculistiche e dermatologiche, gastroscopie ed ecografie dell’addome sono da sempre le prestazioni che i cittadini pagano di più di tasca propria, prenotando nel privato, come confermano anche gli ultimi dati di Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) sull’attività intramoenia, cioè l’attività privata degli ospedali pubblici.

Le lunghe attese e le agende chiuse

Il problema delle attese eccessive riguarda la grande maggioranza degli intervistati; è impossibile per tanti fare visite ed esami nei tempi suggeriti dal medico, anche quando c’è un’urgenza indicata sulla ricetta (117). Ma colpisce che circa 1/4 di queste segnalazioni (263) riguardi l’impossibilità di prenotare una visita o un esame per via delle agende chiuse: una pratica che è vietata dalla legge.

Le distanze della struttura

Circa ¼ dei cittadini che hanno avuto problemi, per avere l’appuntamento nei tempi prescritti dal medico, avvrebbero dovuto recarsi in una struttura scomoda, talvolta lontana anche 100 km o più da casa, perché nella loro provincia il primo posto sarebbe stato diponibile solo dopo molti mesi. Questo accade perché i cosiddetti “ambiti territoriali di garanzia”, in cui i Cup possono prenotare le prestazioni, possono essere vasti. Seppur lecito, osserva Altroconsumo, per molti è un disagio molto forte, se non un ostacolo alle cure, e questa pratica disattende il rispetto di quel “principio di prossimità e raggiungibilità” che viene citato dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa.

Fonte: Il Sole 24 Ore