Mafia, primi sequestri all’estero: bloccati immobili della camorra in Romania

Sequestri di beni mafiosi all’estero: detto, fatto. Scattano i primi provvedimenti dopo la circolare della direzione Anticrimine ai questori del 12 gennaio sul nuovo regolamento Ue 2018/1805 per il mutuo riconoscimento dei provvedimenti di congelamento e confisca. Si comincia con la camorra, un imprenditore di Salerno e altri dieci soggetti imputati di vari reati di stampo mafioso. Oltre le misure cautelari, i sigilli messi ad aziende e beni immobili per 16 milioni di euro. Compresi quelli in Romania dove il criminale aveva delocalizzato una parte dei propri affari illeciti.

Infiltrazioni nel trasporto infermi e onoranze funebri
La squadra mobile e la divisione anticrimine della questura di Salerno – con il coordinamento del Sco (servizio centrale operativo) e dello Sca (servizio centrale anticrimine) del dipartimento di P.s. guidato da Franco Gabrielli – su delega della procura distrettuale della Repubblica di Salerno hanno dato esecuzione a un’ampia operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri. La squadra mobile di Salerno ha dato seguito a un’ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Salerno nei confronti di un imprenditore di Capaccio Paestum (Salerno) e di altri soggetti, responsabili, a vario titolo, di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

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Operazione congiunta questura-procura
La divisione anticrimine della questura campana ha eseguito invece un provvedimento di sequestro di prevenzione emesso dal Tribunale di Salerno – sezione misure di prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, su proposta congiunta del procuratore della repubblica, Giuseppe Borrelli, e del questore Maurizio Ficarra: colpisce beni di associazioni di soccorso pubblico e ulteriori assetti societari, riconducibili agli accusati, per un valore di circa 16 milioni di euro. Alcuni sono dislocati in Romania dove erano stati sviluppate società di attività imprenditoriali del clan. Così, a distanza di una settimana, è già il primo atto operativo dopo la circolare inviata dal direttore centrale dell’Anticrimine, Francesco Messina, a tutti i questori.

Tra le priorità del Viminale
L’azione di polizia, d’intesa e in coordinamento con gli uffici giudiziari, ha previsto un modello operativo innovativo, caratterizzato dallo svolgimento in parallelo delle indagini penali e di prevenzione antimafia. Ma la novità maggiore, dunque, è la prima esecuzione concreta delle procedure disposte dal Regolamento (Ue) 2018/1805 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 novembre 2018, per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca. Intende superare lungaggini e resistenze all’estero contro le misure di contrasto antimafia più letali contro la forza economica dei clan sempre più delocalizzata e sviluppata oltre confine.
Nella pratica, quando in Italia è disposto un sequestro o una confisca in uno stato dell’Unione, da quest’anno la nazione interessata dà seguito in automatico alla misura decisa in Italia (e viceversa). Lo stesso ministero dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, lo ha voluto mettere in evidenza sul suo sito.

Fonte: Il Sole 24 Ore