Mattarella in Costa d’Avorio, focus sull’emergenza educativa

Si è chinato a ricevere i doni dei bambini, li ha esortati, ha visitato le aule e il campo sportivo della loro scuola riabilitata: nella sua tappa al plesso scolastico di Vridi Canal, ad Abidjan, il presidente Mattarella, in viaggio in Africa in questi giorni, ha gettato nuova luce su un’emergenza che investe tutti, l’educazione. È il cardine di ogni piano di sviluppo perché c’entra con tutti i grandi temi di oggi, la domanda di pace e stabilità, la necessità di governare i flussi migratori, la crisi economica, le provocazioni poste dall’intelligenza artificiale. Non c’è nessun tema sensibile che non atterri alla fine sulla necessità di garantire accesso a tutti a un’educazione di qualità.

Eppure dal 2020 i bilanci per l’istruzione in quasi la metà dei Paesi a basso reddito sono diminuiti. La scuola visitata da Mattarella è solo una delle 700 scuole ivoriane coinvolte in un vasto programma pluriennale curato da AVSI, finanziato da donatori diversi (McGovern Dole Food for Education programm, Eni, Fondazione San Zeno) che ha permesso la riabilitazione delle strutture, ma anche la formazione delle risorse umane, con formazioni specifiche per insegnati e comunità di riferimento. Lontano dall’attenzione mediatica, in modo capillare, sono stati raggiungi con attività didattiche e biblioteche mobili negli ultimi tre anni in 11 regioni del Paese circa 200.000 bambini. Con la scelta di incontrare alcuni di loro nella sede della loro scuola, il presidente ha ribadito nei fatti che non ci può essere sviluppo se non si investe in educazione di qualità, che per noi è sempre educazione integrale della persona. Ma con un nota bene: per noi educare non è solo istruire, insegnare a leggere, scrivere e fare di conto (aspetti essenziali), ma anche accompagnare il bambino nell’apprendimento socio-emotivo, contro ogni tentazione di abbandono della scuola, proteggendolo soprattutto nei contesti più difficili. Si tratta di un vero percorso educativo che è possibile dentro una relazione personale, la sola che permette alla persona di scoprire il suo valore unico e irripetibile, di divenire consapevole della propria dignità e quindi capace di prendere in mano la sua vita, così da innescare un processo di crescita personale e della comunità intorno. Questo deve e può accadere ad Abidjan, come in Italia.

Simili programmi che lavorano per rendere accessibile questa possibilità anche ai più vulnerabili e nei luoghi più instabili sono numerosi, devono solo essere ampliati e moltiplicati. La visita presidenziale li ha rilanciati come promemoria per tutti: non ci sono più distinzioni tra i Nord e i Sud del mondo da questa prospettiva, o ci sviluppiamo tutti o nessuno. Condividiamo in Italia come in Costa d’Avorio e altrove la stessa ambizione: lo sviluppo sostenibile e giusto.

*Segretario generale Fondazione AVSI

Fonte: Il Sole 24 Ore