Mediobanca punta a chiudere l’esercizio 2023/2024 con 3,5 miliardi di ricavi

Ultimo trimestre in accelerazione per Mediobanca che chiude i primi nove mesi dell’esercizio 2023/2024 con risultati ai nuovi massimi storici. Al 31 marzo i ricavi registrano una crescita del 9% a 2,628 miliardi, mentre l’utile netto, aumentato del 20%, si attesta a 946 milioni. Il Rote (ritorno cul capitale tangibile) è stabile al 13,3% in presenza di una solidità finanziaria che resta elevata, con il Cet1 al 15,2%. Entro giugno l’istituto guidato da Alberto Nagel promette una remunerazione per gli azionisti di 0,6 miliardi, con un anticipo sul dividendo – da pagare il 22 maggio – di 0,4 miliardi (51 centesimi per azione) e un buyback di 0,2 miliardi (17 milioni di azioni proprie acquistate, da cancellare entro giugno).

Alla crescita dei ricavi hanno contribuito tutte le divisioni: il wealth management ha aumentato i ricavi del 12% a 690 milioni, il credito al consumo del 6% a 888 milioni, il contributo delle attività assicurative (Generali) è di 349 milioni (+19%). Sotto del 5% rispetto a un anno prima l’attivitàdi corporate e investment banking – per 536 milioni di ricavi – che però evidenzia un recupero negli ultimi due trimestri, grazie alla ripresa, in particolare, dell’investment banking, e al consolidamento, per sei mesi, di Arma partners, società di consulenza finanziaria specializzata nella digital economy.

Nel terzo trimestre dell’esercizio i ricavi si sono attestati a 897,6 milioni (+18,17% rispetto allo stesso periodo precedente) e l’utile netto a 334,9 milioni (+42,14%).

Il rebranding di CheBanca! in Mediobanca Premier, con il posizionamento sulla fascia alta della clientela, partito il 15 gennaio, ha avuto riscontri positivi con 1.600 nuovi clienti di fascia alta (con patrimoni superiori a 500mila euro) arrivati nell’ultimo trimestre.

Per l’intero esercizio, che chiude a fine giugno, Mediobanca conta di raggiungere 3,5 miliardi di ricavi, con margine di interesse in crescita del 10% e commissioni nette in progressiva salita, facendo leva sul buon andamento del wealth management, un erogato superiore agli 8 miliardi nel consumer finance, il consolidamento della ripresa delle attività domestiche e internazionali del corporate investment banking. L’utile per azione e il dividendo sono previsti in crescita a doppia cifra.

Fonte: Il Sole 24 Ore