Mercati finanziari europei, le proposte di Parigi per sfruttare il risparmio comunitario

PARIGI – A una settimana dal vertice europeo tutto dedicato alla competitività dell’economia del continente, il governo francese ha pubblicato oggi, giovedì 25 aprile, quattro precise proposte per meglio integrare i mercati finanziari europei e sfruttare appieno l’enorme ammontare di risparmio comunitario che nella migliore delle ipotesi rimane dormiente sui conti di deposito o peggio viene investito in paesi terzi, in particolare negli Stati Uniti.

La premessa è ormai nota. L’Unione europea ha ingenti necessità finanziarie per sostenere i settori del futuro, quali l’energia, il digitale e il clima. Si calcola che al netto della difesa e della sicurezza, i bisogni in questi tre ambiti ammontino a 1.000 miliardi di euro all’anno. Nel contempo, secondo Eurostat, il risparmio delle famiglie europee era nel 2022 pari a 35mila miliardi di euro. L’obiettivo è quindi di sfruttare appieno questa montagna di denaro.

“C’è una carenza d’investimento in un contesto economico troppo debole (…) Il sottosviluppo del mercato finanziario europeo non è più accettabile”, ha affermato Christian Noyer, autore del rapporto presentato oggi qui a Parigi e alla cui redazione hanno partecipato altri sette esponenti del mondo della finanza. Christian Noyer è stato direttore del Tesoro francese (1993-1995), vicepresidente della Banca centrale europea (1998-2002) e governatore della Banca di Francia (2003-2015).

Nuovi prodotti finanziari comuni

Il rapporto propone di creare nuovi prodotti finanziari, comuni a tutti i paesi membri e che siano di lungo periodo. Oggi l’investimento europeo è spesso a breve termine. “I depositi bancari, i conti di risparmio e i fondi di assicurazione sulla vita garantiti e liquidi rappresentano il 47% degli investimenti finanziari delle famiglie europee”, si legge nel rapporto. La relazione propone una serie di sei criteri da rispettare per ottenere l’etichetta di prodotto europeo.

Rilanciare la cartolarizzazione

La seconda proposta è di rilanciare la cartolarizzazione. Prima della crisi finanziaria del 2008-2012 in Europa l’ammontare dei titoli cartolarizzati era di 400 miliardi di euro, oggi è sceso a 150 miliardi di euro. Il motivo del crollo è legato alla regolamentazione decisa a livello europeo, sulla scia del crack di inizio secolo. È necessario quindi rivedere in senso meno restrittivo l’impianto regolamentare e soprattutto creare una specifica piattaforma sulla quale scambiare titoli cartolarizzati.

Fonte: Il Sole 24 Ore