Milano, la filiera del pharma torna in presenza

CPhI Worldwide, il più grande appuntamento mondiale dedicato all’industria farmaceutica e chimico farmaceutica, torna a Fiera Milano (Rho) dal 9 all’11 novembre, dopo lo stop imposto dalla pandemia. L’evento espositivo, giunto alla trentesima edizione, copre l’intera supply chain dell’industria farmaceutica che in Italia è un importante e innovativo network.

«L’emergenza sanitaria ha evidenziato quanto sia strategico il settore farmaceutico, un settore che ha un ruolo di primo piano a livello nazionale e internazionale. È quindi prioritario aumentare gli investimenti nel comparto, soprattutto nell’ambito della ricerca, costituendo e valorizzando una rafforzata alleanza strategica tra le imprese private e le istituzioni pubbliche – afferma Andrea Costa, sottosegretario di Stato al Ministero della Salute -. Investire in ricerca significa migliorare la salute e l’aspettativa di vita dei cittadini, attrarre nuove risorse e talenti per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Le conoscenze che accumuliamo oggi saranno alla base dei nuovi farmaci approvati fra 10-20 anni. La creazione di una massa critica di competenze sarà alla base di un ecosistema integrato e sinergico che, valorizzando tutti gli attori coinvolti – pubblico, privato, terzo settore, volontariato e settore farmaceutico – sarà in grado di rafforzare il nostro Sistema Sanitario e renderlo così sempre più universalistico».

«CPhI è una grande opportunità per l’Italia e la Lombardia, prima regione farmaceutica per presenza industriale, con oltre 100 aziende, 24.000 addetti diretti e oltre 28 mila nell’indotto – commenta Giorgio Bruno, presidente del Gruppo Cdmo-Specialisti della manifattura farmaceutica di Farmindustria -. Con 34,3 miliardi di produzione totale – sia per principi attivi sia per prodotti finiti – nel 2020 il nostro Paese si conferma tra i grandi poli farmaceutici in Ue, insieme a Francia e Germania, grazie a un export crescente (+74% tra il 2015 e il 2020) che ne testimonia la qualità. Ed è addirittura al primo posto in Europa per produzione conto terzi (Cdmo), con 2,3 miliardi».

«La Lombardia e Milano sono un hub riconosciuto per le Scienze della Vita – aggiunge Sergio Dompé, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life Sciences e Chair della Task Force Health & Life Sciences del B20 -. Basti pensare che in quest’area si concentrano il 35,4% delle imprese farmaceutiche a livello italiano e più del 50% della sperimentazione clinica nazionale, con investimenti che triplicano il loro impatto grazie ai costi evitati per il Sistema sanitario nazionale. Ora occorre continuare a lavorare per stimolare la crescita della filiera e del settore farmaceutico lombardo e la strada da seguire è quella di una maggiore cooperazione tra pubblico e privato. Lo stesso Mario Draghi, in qualità di Chair del G20, ha pochi giorni fa sottolineato l’importanza della cooperazione tra Governi e imprese per garantire la salute dei cittadini. In questa direzione, CPhI rappresenta una straordinaria occasione per attrarre nuovi investimenti, nuove realtà produttive ad alto contenuto innovativo e valorizzare centri di eccellenza come Mind».

«L’Italia è il primo Paese europeo sia per fatturato, con oltre 4,8 miliardi, sia per numero di imprese produttrici di principi attivi farmaceutici, con oltre 72 aziende per 109 siti produttivi e una quota export pari all’85% – afferma Paolo Russolo, presidente di AschimFarma, Associazione di settore di Federchimica che rappresenta i produttori di principi attivi e intermedi farmaceutici – Qualità e sicurezza nella produzione, attività di ricerca e innovazione superiore alla media manifatturiera, rispetto dell’ambiente sono sempre stati i criteri distintivi dei produttori italiani».

Fonte: Il Sole 24 Ore