Modulo spaziale «Made in Italy»: il piano di Dallara per portare l’Emilia in orbita

«Dobbiamo fare in fretta, restano pochi mesi, forse settimane, per cogliere un’occasione che non si ripeterà mai più, quella di essere capofila della nuova era privata della space economy e protagonisti dello sviluppo della prima stazione spaziale commerciale in orbita terrestre. Il sogno, realistico, è creare un modulo orbitale tutto italiano».

Così Andrea Pontremoli, Ceo di Dallara, marchio emiliano simbolo delle supercar da competizione e dell’innovazione di frontiera nell’aerodinamica e nelle leghe, spiega la decisione di fare da impresa apripista del progetto che vede la Regione Emilia-Romagna alleata di Aeronautica militare e Cnr per cavalcare la crescita del settore aerospaziale e strutturare una filiera tecnologica e produttiva tricolore dell’aerospace.

Dalle piste allo Spazio

Dallara Automobili ha accorciato le distanze tra Varano de’ Melegari, paesino sull’Appennino parmense dove è nata 50 anni fa, e la Stazione spaziale internazionale (ISS) a 400 km di altezza dalla terra dallo scorso febbraio, quando ha assunto l’ex generale dell’aeronautica, Alessio Grasso, per guidare la business unit Aerospace & Defense, sulla scia della collaborazione sempre più intensa con la SpaceX di Elon Musk e Tasi-Thales Alenia Space Italia (collaborazione coperta dai più rigidi accordi di riservatezza, si sa solo che riguarda sia i contenitori che i contenuti delle missioni spaziali).

E le distanze tra la valle del Ceno e l’orbita terrestre bassa si sono quasi azzerate ora che a Houston c’è il colonnello dell’Aeronautica militare Walter Villadei, sotto addestramento al Johnson Space Center della Nasa con cosmonauti europei, americani, canadesi, russi, giapponesi per partecipare alle prossime missioni suborbitali di Axiom Space (che nel 2024 attaccherà alla ISS il primo modulo della prima stazione commerciale privata) e di Virgin Galactic (viaggio scientifico con il Cnr programmato a novembre e rinviato).

Il legame con le imprese della via Emilia

Quel contratto impegna Villadei a fare da ponte tra le imprese e i centri di ricerca della via Emilia con gli operatori statunitensi e a testare per loro gli effetti della microgravità. Mentre proprio a Houston la Regione costituirà un “Osservatorio Space Economy” per presidiare la gestione delle attività spaziali e spingere collaborazioni transoceaniche.

Fonte: Il Sole 24 Ore