Mozzarella di Bufala, Fattorie Garofalo apre store in stazioni e aeroporti per far decollare il brand

L’ultimo punto travel retail “Bufala” di Fattorie Garofalo ha aperto il 29 marzo all’areoporto di Bergamo Orio al Serio. E presto, anche se non è ancora ufficiale, nuovi negozi saranno presenti anche all’aeroporto di Malpensa e nelle stazioni di Milano Centrale e Roma Termini. Si andranno ad aggiungere agli altri dieci già aperti negli ultimi anni, tra cui quelli degli scali di Napoli Capodichino, Roma Fiumicino, Torino Caselle (da dove nel 2022 sono decollate un milione di mozzarelle Dop). E compresi quello di Londra Luton e quelli in due centri commerciali di Firenze e Genova.

«Investire negli store è molto importante per lo sviluppo dei nostri prodotti a marchio, dove dal 2021 a oggi siamo cresciuti del 122% – spiega il responsabile dell’area retail Marco Garofalo – proprio anche grazie a questa strategia che ci permette una forte visibilità tra i viaggiatori, stranieri ma non solo, che poi ci ritrovano in negozi e supermercati delle loro città». L’attività retail può infatti sembrare secondaria se si considera che vale in tutto 15 milioni su un fatturato che per l’intera filiera Fattorie Garofalo – dagli allevamenti delle bufale alla trasformazione in formaggio (non solo mozzarelle, ma anche ad esempio ricotta o burro) – arriva a 140 milioni.

Non solo, se ci si limita ai prodotti a marchio Fattorie Garofalo (compresa la linea di salumi di carne di bufala che fanno sempre capo all’azienda) e si escludono i piatti serviti con ingredienti diversi, la vendita di altre specialità campane e i servizi offerti nelle sale vip degli aeroporti, il fatturato direttamente legato al marchio di dimezza. Invece si tratta di una quota importante, perché i prodotti a brand Fattorie Garofalo valgono in realtà 20 milioni su 140 e il resto del fatturato sostanzialmente arriva dalle private label. Il food retail e i prodotti a marchio sono infatti solo l’ultima tappa di uno sviluppo aziendale partito con gli allevamenti di bufale nel 1962 e che ora conta su tre caseifici e sette aziende agricole, con 15mila capi che producono 38 milioni di litri di latte.

«Nel 2019 le vendite con il nostro brand erano quasi irrilevanti, ora però vogliamo crescere anche con il nostro marchio e siamo entrati in importanti catene della Gdo nazionale ed estera – continua Garofalo – l’obiettivo è arrivare almeno al 15-20% del fatturato totale all’interno di una filiera completamente integrata, dall’allevamento alla vendita, in cui il travel retail è cruciale».

Fonte: Il Sole 24 Ore