In Italia mancano 130mila posti letto per gli universitari fuori sede

«Nel mondo dell’housing universitario – ha sottolineato Maurizio Carvelli, founder e ceo di Camplus – in questi mesi c’è stata una vera e propria rivoluzione copernicana. Abbiamo infatti scoperto quanto sia determinante un rapporto vero tra pubblico e privato in questo settore. Il mercato ce lo chiede, il numero di posti letto da raggiungere è ambizioso ma ci sono le risorse per farlo quindi quello che serve è un vero cambio di mentalità. Il privato e il pubblico devono assumersi la responsabilità nei confronti dell’università, degli studenti e delle città. E in questa partita tutti devono sentirsi protagonisti. Il ministero dell’Università e della Ricerca sta dando un indirizzo chiaro che va in questo senso; le regioni e le aziende del diritto allo studio hanno una grande occasione per garantire agli studenti più posti letto e di qualità; e per i soggetti privati, fondi di investimento e gestori sarà il momento di mettere in campo idee, soggetti, proposte nuove e competitive. Seguendo le direttive che i prossimi bandi ministeriali per l’housing universitario saremo capaci di realizzare residenze attrezzate come nel resto d’Europa. Tutti, in primis gli operatori privati, devono operare con un senso etico dell’investimento – ha concluso Carvelli – puntando alla sostenibilità dei progetti che concretamente consisterà nell’ampliare l’offerta abitativa per gli studenti fuori sede, contribuirà a ridefinire e innalzare gli standard per gli alloggi degli studenti rafforzando l’accessibilità al living studentesco e, in definitiva, potrà collaborare in maniera diretta alla formazione dei nostri giovani studenti. Un lavoro che garantirà un rendimento ad un capitale che saprà essere paziente e che si connoterà per il forte impatto etico e sociale».

Gli studenti in affitto in Italia

Il numero di studenti universitari fuori sede si è mantenuto in crescita nell’ultimo anno, sulla scia di un incremento che prosegue in modo costante dal 2015: nel 2022, infatti è aumentato di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2021 ed ammonta a oltre 660mila ragazzi, con una crescita di oltre otto punti percentuali (+8,3%) rispetto al 2010. Il peso percentuale della componente fuori sede sull’intero monte degli studenti iscritti è sempre risultato in crescita negli ultimi dieci anni, attestandosi al 39,9%, dopo che ad inizio decennio il suo valore era pari al 34,2 per cento. La domanda degli studenti fuori sede che ogni anno decidono di intraprendere un percorso didattico in una città diversa da quella di origine sta modificando e alterando la tipologia di offerta presente sul mercato immobiliare universitario.

La realizzazione di strutture progettate e costruite secondo i più adeguati criteri normativi rappresenta, sotto molti punti di vista, una opportunità per il territorio stesso: gli studentati sono un generatore di nuove opportunità urbane, da intendere come infrastrutture per dare opportunità al contesto stesso di crescere e strutturarsi. Oltre che modificare le dinamiche territoriali, gli studenti rappresentano, insieme ai flussi turistici, una domanda rilevante che porta a modificare la pressione sui canoni di locazione.

Osservando l’andamento dei canoni medi nelle zone semicentrali si può notare come rispetto alla media nazionale la forte pressione della domanda su queste aree comporti un andamento dei canoni maggiormente dinamico. Nelle città caratterizzate da capisaldi immobiliari e forze centrifughe rilevanti, i canoni richiesti agli studenti, sia in relazione all’offerta specifica (gestita e professionale) che in riferimento al libero mercato hanno subito importati variazioni positive negli ultimi anni.

Nella città di Milano le punte rilevate per vivere all’interno di studentati raggiungono i 1.200 euro a camera al mese, Bologna si ferma a 1.100 euro/camera/mese mentre per Roma sono necessari 1.150 euro/camera/mese. Risulta interessante segnalare, inoltre, che, nelle città a forte vocazione universitaria, il canone relativo alle stanze da affittare agli studenti ha registrato variazioni positive importanti e sempre in campo positivo: rispetto a 12 mesi fa, i canoni delle zone con forte pressione studentesca della città di Padova sono aumentati di quasi il venti per cento, segue la città di Bologna con il 19,5% in più, a pari merito con il capoluogo meneghino.

Fonte: Il Sole 24 Ore