Natura, arte e se stessi: le vacanze lontano dal mondo in abbazie e monasteri

Una sola persona per le riprese, nessuna luce artificiale né musiche in sottofondo, nessun commento: è a queste condizioni che vent’anni fa il priore della Grande Chartreuse aprì al regista Philip Gröning le porte dell’antico monastero certosino sulle Alpi di Grenoble per consentirgli di riprendere la vita dei monaci. Il grande silenzio è il titolo del film che ne derivò, uno dei più apprezzati da pubblico e critica nel 2005, anno dell’uscita, nonostante i suoi 162 minuti privi quasi del tutto di voci umane. Nonostante, o forse grazie.

Il silenzio meditato, la ripetizione ricca di senso dei gesti, il ritmo della vita scandito dai tempi della natura: è questo che attrae credenti o meno verso la vita lontano dal mondo. Che si può sperimentare, almeno per qualche giorno, grazie alle varie formule di ospitalità offerti dalle comunità. Certamente non tutti sono disposti a condividere quello stile di vita fino a voler iniziare la propria giornata alle 5.20, ora delle prime lodi mattutine, non toccare le sigarette e cenare in perfetto silenzio. Ma a esplorare per esempio i siti specializzati ospitalitareligiosa.com e monasterystays.com, si scopre una varietà geografica, storica, artistica ed esperienziale degna delle più ricche e mondane agenzie di viaggio. Tuttavia è sempre la ricerca di un quotidiano diverso a portare verso abbazie millenarie, eremi nascosti fra le foreste, chiostri pensosi.

Si potrebbe seguire l’esempio dello stesso San Francesco, che cercava un luogo per il ritiro spirituale al ritorno dal suo viaggio in Egitto: era il 1220 e approdò su una piccola isola nella laguna veneziana, che dal Quattrocento si chiama San Francesco del Deserto. Attorniati dalla pace dell’acqua, vi si può soggiornare, idealmente per un weekend, grazie a una foresteria appositamente attrezzata. Altrettanto remoto è l’Eremo Celestiniano della Madonna dell’Altare, abbarbicato su una rupe del monte Porrara, in Abruzzo, e sorto in uno dei luoghi dove Pietro Angelerio, futuro papa Celestino V, si rifugiò per cercare consolazione dal mondo. L’edificio ha origini trecentesche, si trova a oltre 1.200 metri d’altezza e si raggiunge con un sentiero nel bosco: offre 30 posti letto con uso della cucina, dove si può mangiare insieme, ma in silenzio. Nelle stanze, l’elegante tocco delle coperte abruzzesi, mentre tisane con erbe locali e libri sostituiscono il wi-fi, rigorosamente assente.

Connessione che invece è ammessa nell’altrettanto svettante abbazia benedettina di Marienberg, a Malles: sorge a 1.333 metri in Alta Val Venosta, cifra che le regala il primato della più alta abbazia benedettina d’Europa e si è sviluppata nei secoli come centro culturale anche grazie alla sua magnifica biblioteca, ripensata – come altre parti della struttura – in senso contemporaneo dall’architetto Werner Tscholl, già autore di altri edifici simbolo dell’architettura altoatesina, come uno dei musei Messner e la Cantina di Termeno. Anche le stanze della foresteria sono perfette per chi ama il minimalismo, arredate solo con letto e scrivania (ma di design).

La bibliofilia può condurre fino all’altro capo della Penisola, nel grande complesso abbaziale di San Martino alle Scale immerso nei freschi boschi di Monreale, fondato da San Gregorio Magno nel VI secolo: qui la biblioteca custodisce 35mila volumi, fra i quali preziosi codici miniati realizzati nell’antico scriptorium, ed è accessibile anche a chi chiede ospitalità, preferibilmente (come sottolineano gli stessi monaci), per una settimana al massimo.

Fonte: Il Sole 24 Ore