Nauru passa con Pechino, ora solo 12 Paesi riconoscono Taiwan: ecco quali

Nemmeno il tempo di stappare per festeggiare la vittoria elettorale del fine settimana che gli indipendentisti del Dpp di Taiwan, ancora sotto shock, devono prendere atto del voltafaccia di Nauru, atollo della Micronesia da 20 chilometri quadrati, terzo Stato più piccolo al mondo alle spalle di Vaticano e Principato di Monaco, passato a riconoscere Pechino in base al principio dell’Unica Cina. Il gesto inquadra Nauru come il primo ex alleato a schierarsi con Pechino dopo le elezioni presidenziali del fine settimana a Taiwan e porta a 12 gli alleati della Repubblica di Cina.

Diaspora continua

Durante la presidenza di Tsai ing-wen hanno cambiato casacca una decina di Stati e Staterelli che appoggiavano Davide contro Golia, ovvero Taipei nei confronti di Pechino. Alcuni come il Guatemala che ha un nuovo governo hanno confermato l’alleanza. Anche il Paraguay ha mantenuto la promessa in caso di vittoria della precedente coalizione nelle ultime elezioni di confermare l’appoggio a Taipei. L’Honduras, invece, ha abbandonato dopo un lungo tira e molla nell’aprile scorso un’alleanza durata ben 82 anni.

I pochi alleati

I restanti alleati di Taiwan sono, quindi, Guatemala, Belize, Haiti, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia e Saint Vincent e Grenadine nelle Americhe. Nel Pacifico Taipei è ancora riconosciuta dalle Isole Marshall, Palau e Tuvalu. Lo Swaziland è il suo unico alleato africano e Città del Vaticano l’unica in Europa.

Secondo Nauru si è deciso di riconoscere la Repubblica popolare cinese e di cercare la ripresa di piene relazioni diplomatiche «nel migliore interesse della Repubblica e del popolo di Nauru». Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese ha affermato di «accogliere con favore» il cambio di passo che spre «un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali con Nauru sulla base del principio dell’unica Cina». Al contrario, Il ministero degli Affari esteri di Taiwan ha dichiarato di essere venuto a conoscenza della decisione domenica, il giorno dopo le elezioni nell’Isola. «Naturalmente la Cina ha scelto questo momento per avere il maggiore impatto», ha affermato Tien Chung-kwang, viceministro degli affari esteri. Il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, che si trova in Guatemala, si è detto «molto turbato».

Perché gli alleati contano

Nauru per Pechino è il decimo “acquisto” di Tsai Ing-wen. Di certo il pressing è stato decisivo nè si può dire che in caso di vittoria del Kuomintang, all’opposizione, molto più favorevole al dialogo con la Cina, questo non sarebbe successo.

Fonte: Il Sole 24 Ore