Case green, primo sì nella commissione del Parlamento europeo

Accordo sulla direttiva case green. La commissione Itre del Parlamento europeo ha votato a maggioranza a favore dell’accordo raggiunto nel trilogo con il Consiglio sulla direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici, la cosiddetta direttiva sulle case green. Trentotto deputati hanno votato a favore, 20 contro e 6 si sono astenuti. Ora il testo passa alla Plenaria di febbraio.

L’assetto raggiunto a dicembre nel corso dei negoziati tra istituzioni comunitarie continua, insomma, a reggere. Cambiando completamente la rotta del passaggio più rilevante della direttiva, l’articolo 9. Se fino a qualche settimana fa l’ipotesi era stata di indicare dei requisiti stringenti per i singoli edifici, non lasciando spazio ai paesi membri, questo passaggio è stato rivisto, in nome di una maggiore flessibilità. I paesi membri dovranno definire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale. Il 2020 è considerato l’anno zero e il 2050 l’anno nel quale, a completamento del percorso, bisognerà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni. In mezzo, gli Stati dovranno assicurare un miglioramento progressivo della situazione, ragionando però sulle medie di consumo e non più sulla classe di efficienza dei singoli edifici.

Gli obiettivi intermedi di riduzione dei consumi per il parco edilizio degli Stati Membri saranno del 16% al 2030 e del 20-22% al 2035. Saranno i paesi membri a fissare, con i loro piani, le modalità per raggiungere questi obiettivi. La direttiva pone, soprattutto, un vincolo: la maggior parte delle ristrutturazioni dovranno riguardare il 43% meno performante del patrimonio edilizio. In questo modo, gli obiettivi non potranno essere raggiunti solo grazie agli immobili nuovi: in Italia sarà data priorità ai lavori su cinque milioni di edifici.

L’altro grande tema riguarda l’abbandono dei combustibili fossili, a partire dalle caldaie a gas metano, nelle abitazioni. La data entro la quale arrivare al bando completo è stata spostata in avanti, al 2040; il termine precedente era il 2035. Non solo. Se gli incentivi fiscali per questi apparecchi saranno cancellati a partire dal 2025, è stato esplicitamente stabilito che sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore.

Fonte: Il Sole 24 Ore