Nigeria, ucciso nuovo capo Isis in Africa occidentale

Le autorità nigeriane hanno annunciato l’uccisione di Malam Bako: il nuovo leader dello Stato islamico in Africa occidentale (Iswap), la divisione che ricomprende tutte le milizie legate all’Isis nella regione.

L’eliminazione di Bako arriva a circa una settimana da quella del suo predecessore ai vertici del gruppo jihadista, Abu Musab al Barnaui. L’Iswap, nata come una scissione dell’organizzazione terroristica Boko Haram, ha mietuto centinaia di vittime in Nigeria e nei paesi confinanti. La sua posizione si è confermata dopo l’eliminazione del leader della stessa Boko Haram, Abubakar Shekau.

A riferire dell’eliminazione di Bako è stato il consigliere per la sicurezza nazionale della Nigeria, Babagana Monguno, sottolineando che il gruppo jihadista è incalzato da crisi di leadership e la pressione delle forze di sicurezza. Monguno ha aggiunto che Bako è morto insieme a un comandante del gruppo. L’Iswap non ha ancora confermato il decesso del suo leader.

Gli altri leader eliminati dalle forze di sicurezza

Il capo di stato maggiore dell’esercito nigeriano Lucky Irabor aveva annunciato il 14 ottobre la morte di Al Barnaui, figlio di Mohamed Yusuf, fondatore della formazione jihadista Boko Haram, senza fornire ulteriori dettagli. La sua uccisione, riporta il quotidiano nigeriano «Daily Trust», risalirebbe a fine agosto. L’operazione è avvenuta nella foresta di Sambisa, la stessa roccaforte di Boko Haram dove si è consumata la morte dello stesso Shekau. La sua uccisione ha favorito un trasferimento di forze dalla stessa Boko Haram a Iswap, in aggiunta a una quota di miliziani che ha optato per il ritiro completo.

Secondo le forze militari nigeriane, la sola morte di Shekau avrebbe indotto alla resa 6mila militanti, ostili al passaggio in Iswap o costretti ad aderire alla formazione sotto il regikme di Shekau. I due gruppi sono in rapporti di rivalità, anche se si muovono contro obiettivi diversi. Boko Haram colpisce prevalentemente la popolazione civile, anche sotto forma di sequestri di massa. Iswap si concentra su militari e cittadini accusati di collaborare con i soldati.

Fonte: Il Sole 24 Ore