Oto Melara, ecco le cordate in campo per l’industria italiana degli armamenti

Le tensioni tra Bono e Profumo

La trattativa è resa più complicata dalla tensione nei rapporti personali tra Bono e Profumo e dalla difficoltà di diaologo tra i due top manager. Alcuni osservatori ipotizzano che il manager di Fincantieri abbia fatto un’offerta al ribasso, convinto di riuscire a portare a casa due aziende importanti per imbastire un piano di alleanze nella difesa a livello europeo. Le stesse fonti fanno notare che l’intervento di Knds, considerato politicamente difficile da accettare per il governo, che può intervenire con il golden power sulle aziende strategiche per bloccare l’operazione, potrebbe essere stato sollecitato con la finalità di stuzzicare Bono e farlo rilanciare. Chi conosce Bono racconta che il non abbia gradito questa intrusione.

Il ruolo del ministero dell’Economia

L’altra variabile da considerare, fanno notare fonti vicine al dossier, è che Fincantieri, pur avendo conti in ripresa ma non in ottima salute, avrebbe bisogno di un aumento di capitale per fare l’acquisizione. Controllata dalla Cassa depositi e prestiti con il 71,3%, Fincantieri ha come azionista finale il ministero dell’Economia (possiede l’82,77% di Cdp). E il Mef è anche l’azionista di controllo di Leonardo, con il 30,2 per cento. Dunque c’è un intreccio quasi incestuoso nell’operazione. Il ragionamento è: il Mef dovrebbe dare, attraverso Cdp, i soldi a Fincantieri per dare sollievo finanziario a Leonardo? O potrebbe essere raggiunto un accordo al tavolo con il governo che accontenti tutti? Questo non è facile, perché le due società sono quotate in Borsa, quindi devono rispondere al mercato e ai soci di minoranza della congruità delle operazioni di acquisizione e cessione con valutazioni trasparenti, almeno nella forma.

Oto Melara ha dimensioni limitate

Questi ostacoli non appaiono insormontabili. Il problema dell’assetto da dare a Oto Melara e Wass però deve tener conto di un altro aspetto, fa notare un autorevole analista dell’industria della difesa. Le loro difficoltà, soprattutto di Oto Melara negli armamenti terrestri, sono dovute alle limitate dimensioni e alle limitazioni tecnologiche. Pertanto una soluzione non può esserci solo nell ospostamente da un gruppo a un altro, come avverrebbe nel semplice trasferimento da Leonardo a Fincantieri. Oto e Wass hanno bisogno di partnership industriali e di un’integrazione con gruppi più forti, come pedine nella complessa partita del consolidamento europeo.

La terza ipotesi è Rheinmetall

È a questo che allude il ministro Guerini quando parla di «mantenimento di un presidio nazionale, aperto ad una dimensione di cooperazione industriale europea». Guerini non ha detto quale sarebbe il partner europeo. C’è chi immagina che possa essere Knds. Non è detto però che si possa trovare un accordo tra questo gruppo e Fincantieri. C’è invece chi fa notare che una possibile soluzione al rebus sarebbe un coinvolgimento di Rheinmetall, il grande gruppo tedesco degli armamenti terrestri (5,87 miliardi di fatturato nel 2020) che già nei primi mesi di quest’anno ha fatto proposte di collaborazione industriale «land and naval». Proposte rivolte sia a Leonardo per il nuovo carro leggero dell’esercito per sostituire il Dardo _ una commessa da 2,2 miliardi che dovrebbe essere lanciata nel 2023 _ sia a Fincantieri per condurre insieme l’acquisizione dei cantieri militari ThyssenKrupp in Germania. I tedeschi non hanno chiesto di comprare Oto Melara, hanno proposto delle joint venture industriali operative, una con il gruppo di Profumo basandola sulla loro piattaforma Lynx, con la prospettiva di ampliare in futuro la collaborazione al nuovo carro pesante europeo, l’altra con Bono per l’acquisizione dei cantieri Thyssen.

La soluzione mista

La prpoposta è stata accolta con interesse da Fincantieri. Più fredda Leonardo, che dopo la frenata iniziale ha costituito un gruppo di lavoro insieme ai tedeschi. L’interesse dei tedeschi, presenti nel nostro paese attraverso Rheimetall Italia, resta comunque molto forte. Un’ipotesi, per ora sotto traccia, è che si potrebbe esplorare un’eventuale compatibilità dell’interesse di Fincantieri con quello di Rheinmetall. Un simile esito non sembra al momento nelle corde di Leonardo, che guarderebbe con favore piuttosto a una combinazione tra Knds e Fincantieri. Ma altri protagonisti della partita, che si gioca anche a livello di governo, soprattutto tra Difesa e Mise, valutano con attenzione il coinvolgimento di Rheinmetall. L’esito della partita quindi è molto incerto.

Fonte: Il Sole 24 Ore