PagoPa, il governo recepisce i correttivi Antitrust per cedere a Poste

Il governo ha preso atto delle indicazioni del parere Antitrust, inviato nei giorni scorsi al Parlamento in sede di conversione in legge del decreto Pnrr, in merito alla cessione del capitale della piattaforma dei pagamenti digitali verso la pubblica amministrazione PagoPa. Nella versione iniziale della norma era previsto che il controllo potesse essere ceduto al Poligrafico dello Stato e per il resto, per una quota non superiore al 49 per cento, a Poste Italiane. La previsione aveva destato preoccupazione nel mondo bancario e tra i circuiti internazionali di pagamenti e carte: tutto operano sulla piattaforma con pari condizioni di trattamento, alla stregua di Poste Italiane. Il potenziale ingresso di quest’ultima nel capitale poneva il rischio, a loro avviso, che potesse avvantaggiarsi della posizione di azionista e dell’accesso alle informazioni sui pagamenti. Il parere Antitrust ha paventato questi rischi chiedendo che fossero adottati correttivi. Questi sono stati previsti nell’emendamento al decreto presentato dal governo, il quale sembra comunque intenzionato ad andare avanti con l’operazione, e approvato dal Parlamento.

Vietati patti che diano a Poste influenza dominante su PagoPa

In base a quanto stabilito Poste Italiane non potrà stipulare patti di sindacato con il Poligrafico dello Stato che abbiano per effetto l’esercizio di una influenza dominante sul governo della società. Viene ribadito quanto previsto dalla legge 287 del 1990, in base alla quale le operazioni di modifica del controllo societario, come quella prevista dalla norma, rientrano nella disciplina delle concentrazioni e devono essere sottoposte al controllo preventivo dell’Antitrust.

Il cda deve essere espressione del Poligrafico dello Stato

Viene stabilito che lo statuto di PagoPa debba recepire una serie di prescrizioni. E in particolare, se lo statuto prevede che l’organo decisionale possa essere un amministratore unico o un organo delegato, dunque un cda, esso è espressione del socio che detiene la maggioranza delle azioni rappresentative del capitale sociale. Nel caso in cui venga appunto previsto un cda, la maggioranza dei membri deve essere espressione del socio di maggioranza e le proposte di deliberazioni in materia di servizi prestati tramite piattaforma tecnologica per l’interconnessione e l’interoperabilità tra le Pa e i prestatori di servizi di pagamento e sulla nomina o revoca dei dirigenti con responsabilità strategica sono riservate al cda.

Da istituire presidi che impediscano lo sfruttamento delle informazioni commerciali

Al fine di tutelare i principi di non discriminazione, neutralità e imparzialità si prevede che PagoPa garantisca la parità di trattamento tra i prestatori di servizi di pagamento aderenti alla piattaforma e che essa adotti presidi gestionali e organizzativi per evitare lo sfruttamento di informazioni commercialmente sensibili relative a tutti i servizi prestati dalla società. Si prevede poi che la società dia atto delle attività svolte in questo senso e dei risultati raggiunti con una relazione all’autorità delegata per l’innovazione tecnologica ogni 30 giugno di ogni anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore